|
Pubblicazioni del Centro:
Agustí Chalaux de Subirà, Brauli Tamarit Tamarit.
Agustí Chalaux de Subirà.
Agustí Chalaux de Subirà.
Agustí Chalaux de Subirà.
Magdalena Grau, Agustí Chalaux.
Omaggi e biografie:
|
|
ANNESSO
PIANO ANTICORRUZIONE:
PROPOSTE PER UN "REGIME DI TRASPARENZA" |
|
La democrazia perde legittimità quando
viene meno lo Stato di Diritto. E lo Stato di Diritto viene meno
quando il sistema giudiziaro non è abbastanza indipendente
da pressioni di ogni tipo e non dispone di una informazione adeguata
per documentare le proprie sentenze ed evitare l'impunità
di crimini e delitti. Ma la democrazia s'indebolisce anche quando
la classe politica non sa liberarsi dalla corruzione e quando l'amministrazione
pubblica non è nè trasparente nè efficace.
Nel recente libro "Il potere del denaro. La monetica contro
la corruzione"* si espongono un insieme di misure per garantire
una impiantazione coerente e democratica della monètica (moneta
elettronica). Queste misure fornirebbero alla giustizia un efficace
sistema di informazione che garantirebbe l'intimità e la
vita privata dei cittadini da ingerenze illegali e nello stesso
tempo faciliterebbe la necessaria trasparenza documentata di cui
ha bisogno lo Stato di Diritto.
Il libro vuole essere un contributo al dibattito
su quale informazione bisogna raccogliere e quale no, e su chi può
averne accesso e per farne che. Una delle tesi principali è
che con la monetica, a determinate condizioni molto precise, la
società può disporre di un sistema che favorisce le
libertà (superando le pastoie della burocrazia) ed insieme
l'autoresponsabilità, facendo si che gli atti liberi lascino
la necessaria traccia che permetta seguire e chiarire le condotte
delittuose (terrorismo, droga, armi, corruzioni, truffe, furti,
bustarelle...).Non è questo il luogo per esplicitare nei
dettagli le caratteristiche tecniche e le condizioni giuridiche
che possono rendere applicabile a breve termine un sistema di autoresponsabilizzazione
sociale. Ci sembra invece opportuno evidenziare la coincidenza tra
la pubblicazione del libro citato e la richiesta pubblica formulata
dalla classe politica per conoscere proposte che rendano impossibile
la corruzione. È per questo che aprofitto dell'occasione
per porre a pubblico dibattito alcune linee d'un possibile "piano
anticorruzione". Questo piano prende le mosse da una graduale
applicazione di quello che si potrebbe chiamare "regime di
trasparenza".
Il "regime di trasparenza" si fonda sull'ipotesi
che la persona o l'istituzione che l'adotta prende impegno di effettuare
tutti i suoi pagamenti e le sue riscossioni per mezzo di assegni
speciali attraverso un conto bancario. Vale a dire che si impegna
a compiere tutte le sue operazioni attraverso assegni nominativi
ed informativi. Nominativi, perchè saranno validi solo se
figura il nome delle due persone che compiono la transazione. Informativi,
perchè oltre a svolgere le funzioni di assegno assolveranno
alle funzioni di fattura: facendo constare i beni o servizi motivo
della transazione, con rispettivi prezzi e caratteristiche. Le persone
che aderiscono al "regime di trasparenza" -per la loro
funzione pubblica o per scelta volontaria- non potranno usare denaro
liquido (biglietti di banca -anonimi-) sotto gravi sanzioni penali.
Per facilitare il procedimento ed evitare burocrazia nonchè
eccesso di produzione cartacea, questo sistema di fattura-assegno
può diventare molto agile ed affidabile grazie alle possibilità
della monetica (trasferimento elettronico di fondi attivato con
"carte monetarie intelligenti").
Per un uso democratico del "regime di trasparenza" bisognerà
precisare molto bene chi e come può avere accesso a questa
informazione. L'informazione derivante dalle operazioni delle istituzioni
pubbliche sarà di libero accesso per tutti i cittadini e
dovrà essere resa pubblica in forma comprensibile per i differenti
interessi della popolazione. Per ciò che riguarda invece
l'informazione relativa alle operazioni delle persone e addirittura
delle cariche politiche e dei funzionari pubblici, potranno accedervi
soltanto i diretti interessati, ed il sistema giudiziario nel caso
in cui la necessiti per aprire un'istruttoria o documentare una
sentenza.
Per altro verso, nella misura in cui questo "regime
di trasparenza" vada estendendosi, l'informazione non-personale
degli assegni-fattura (beni o servizi, prezzi, data, luogo...) fornirà
dati piuttosto esatti ed esaustivi per migliorare la teoria economica
(con un incremento della qualità delle statistiche, degli
indicatori..) e per rendere più operativa la politica economica
(ottimizzazione del sistema fiscale e finanziero, verifica e controllo
dei bilanci, distinzione tra attività economiche e attività
speculative...). Potrà inoltre migliorare radicalmente il
controllo della massa monetaria (ad ogni movimento di denaro corrisponderà
un movimento parallelo di beni o servizi: non si potrà muovere
il denaro nel vuoto) con influssi benefici nel campo dell'inflazione
monetaria. Gran parte degli attuali problemi sociali dovranno venire
reimpostati in funzione del nuovo quadro che verrà creandosi:
alcune questioni diventeranno obsolete mentre verranno ponendosi
nuove problematiche.
Quanto alla sicurezza della base di dati che gestiscono l'informazione,
si potrà incrementare enormemente l'auto-controllo del sistema
se i dati vengono processati ed immagaz-zinati simultaneamente da
tre reti parallele (con hardware, software ed equips umani diversi),
con chiavi d'accesso molto personalizzate e specifiche. Esistono
sistemi d'autocontrollo già sperimentati in settori d'alta
sicurezza che, una volta avviati, rendono statisticamente impossibile
la manipolazione. Bisognerebbe inoltre garantire la totale indipendenza
(politica e finanziaria) dell'organismo incaricato della base di
dati, indipendenza che non deve suscitare timori visto il fatto
che non avrebbe alcun potere esecutivo reale.
El piano di applicazione del "regime di trasparenza"
contempla diverse proposte d'implementazione per i quattro principali
gruppi a cui potrebbe applicarsi: la classe politica, le istituzioni
pubbliche, le imprese private e i cittadini. Il piano pretende introdurre
meccanismi obbligatori di trasparenza e responsabilizzazione nei
due primi gruppi: classe politica ed istituzioni pubbliche; e meccanismi
volontari, incentivati con misure fiscali vantaggiose nei due gruppi
restanti: imprese private e cittadini.
Proposte di trasparenza per la classe politica. Gran parte dei problemi
della corruzione provengono dal sistema di finanziamento dei partiti
e delle elezioni. I cittadini conoscono poco l'insieme di leggi
e meccanismi che regolano, con scarsa efficacia, il finanziamento
degli attori politici e dei meccanismi per il loro rinnovamento.
Non entriamo ora nel complesso dibattito che bisognerà aprire
sul sistema dei partiti e le elezioni. In qualunque modello attuale
o futuro sarebbe in ogni caso necessario introdurvi la trasparenza
come condizione esigibile a coloro che dicono servire il bene comune.
Chi vuole giocare, che giochi pulito. E per giocare pulito occorre
che l'insieme dei giocatori sottostiano ad uguali regole di trasparenza.
L'idea principale del Piano, in questo caso, sarebbe quella che
il "regime di trasparenza" venisse applicato integralmente
ai partiti, ai suoi quadri, ai candidati elettorali e agli eletti.
Vale a dire che qualsiasi apportazione pubblica o privata e qualunque
spesa del partito o dei suoi dirigenti fosse sottomesso al regime
di trasparenza. E che il sistema giudiziario -che come vedremo sarebbe
a sua volta sottoposto a trasparenza"- potesse verificare la
legalità delle operazioni in modo chiaro ed inequivoco. Coloro
che pensano che, a tali condizioni, nessuno vorrà dedicarsi
alla politica, dimenticano che probabilmente la mancanza di trasparenza
è uno dei fattori che dissuadono i cittadini dal dedicarvisi,
fino a che il prezzo sia il gioco torbido nel quale non sempre prevale
il meglio.
Proposte di trasparenza per le istituzioni pubbliche.
Gran parte della cattiva gestione dei fondi pubblici e dell'inefficacia
della pubblica amministrazione provengono dalla sua eccessiva burocratizzazione,
che esige innumerevoli controlli formali, i quali, nei fatti, non
solo non impediscono la cattiva gestione ma il più delle
volte la incrementano: concorsi, appalti e simili frenano decisioni
agili e responsabili, rincarano le opere pubbliche e i servizi,
e fanno da copertura a mafie ed inadempienze che, in definitiva,
pregiudicano i cittadini e la nazione. Il "regime di trasparenza"
non fa altro che applicare in forma coerente ciò che alcune
amministrazioni pubbliche dicono di aver già adottato come
norma, anche se non sempre la si rispetta: che tutti gli assegni
siano nominativi. Si tratterebbe solo di rendere la personalizzazione
dei pagamenti obbligatoria per tutta l'amministrazione pubblica,
con l'avvertenza che l'assegno informasse anche del motivo dell'operazione
(fattura). Per complementare alla responsabilizzazione delle istituzioni
e di quanti stanno al loro servizio, bisognerebbe estendere il "regime
di trasparenza" a tutti coloro che riscuotono denaro pubblico
(politici, giudici, militari, funzionari), in modo che coloro che
controllano possano a loro volta essere legalmente controllati,
sempre con le debite protezioni giuridiche. Bisognerebbe studiare
se il "regime di trasparenza" andrebbe applicato alle
persone ed istituzioni che ricevono sussidi o finanziamenti pubblici:
tanto per sapere se i sistemi d'aggiudicazione sono equi, come per
sapere se il diritto di accedervi e l'uso che ne viene fatto sono
legalmente corretti. Le imprese pubbliche e "miste" dovrebbero
anch'esse venire sottomesse al "regime di trasparenza":
non solo perchè è attraverso le imprese intermediarie
-molto meno controllate- che si possono realizzare le operazioni
poco chiare, ma anche perchè in questo modo si otterrebbe
che quasi la metà dell'attività economica del paese,
quella che ha il dovere di dare l'esempio di una gestione responsabile,
rendesse conto con chiarezza della sua attuazione.
Proposte di trasparenza per le imprese private. La maggior parte
delle grandi imprese e una parte delle medie dispongono oggi dei
sistemi d'informazione interna che permettono loro di avere una
visione molto esatta dei suoi movimenti e delle sue operazioni,
realizzati tanto al proprio interno come con altre imprese. La fatturazione
ed il pagamento elettronico si stanno imponendo in ampi settori.
D'altra parte, a causa della sfiducia che genera il settore pubblico
e grazie ad una pressione fiscale poco equitativa (gli onesti che
pagano, lo fanno anche per i disonesti che non pagano: e il risultato
è che non si può essere onesti senza condannarsi alla
rovina), non sembra facile poter imporre il "regime di trasparenza"
prima che i cittadini e le imprese siano sicuri che il settore pubblico
mantiene un comportamento esemplare e che la gestione pubblica efficace
giustifica determinate imposte. Però il cammino verso una
trasparenza con garanzie sembra da un punto di vista democratico
irrinunciabile, e sarebbe opportuno favorirlo premiando le imprese
che vogliano aderire volontariamente al "regime di trasparenza".
In questo caso verrebbe stabilito un insieme di riduzioni fiscali
e di incentivi d'altra natura che favorissero chiaramente le imprese
trasparenti, dando loro un vantaggio competitivo nei confronti delle
altre. Il costo pubblico di queste riduzioni non solo verrebbe compensato
dalla riduzione dei costi delle ispezioni e dei controlli inefficaci,
ma per giunta dall'aumento di entrate sicure e dalla crescita di
iniziativa che provocherebbe nei settori onesti, fino ad ora puniti
e scoraggiati dalla competenza sleale ed illegale.
Proposte di trasparenza per i cittadini. La difficoltà
tecnica di impiantare un sistema di fattura-assegno (con supporto
cartaceo od elettronico) per l'amministrazione pubblica o per le
imprese non sembra costituire una buona scusa perchè non
si faccia il tentativo. È del tutto fattibile nell'Europa
comunitaria. Per le piccole imprese ed il commercio, invece, così
come per molti cittadini, può non sembrare tanto facile l'impiantazione
a breve termine di un sistema di fattura-assegno. Bisogna anche
vedere fino a che punto il cittadino voglia sommettersi ad un "regime
di trasparenza" senza avere la certezza che le istituzioni
non solo danno il buon esempio, ma soprattutto sono capaci di impedire
un accesso fraudolento o con finalità totalitaria all'informazione
disponibile. Occorre dunque lasciar passare un tempo perchè
i risultati dell'applicazione del piano anticorruzione nel settore
pubblico siano abbastanza evidenti. Intanto è bene tener
conto che le difficoltà tecniche d'impiantazione di un sistema
di fatture-assegni per i consumatori sono sempre più ridotte.
Le "carte intelligenti" (carte di credito che incorporano
un chip con capacità d'immagazzinare informazione e di impedirne
l'accesso fraudolento) avanzano rapidamente. In Francia stanno per
lanciare il "portamonete elettronico". Con una sola carta
personale, nella quale ciascuno può "caricare"
i soldi del proprio conto bancario, si potranno effettuare pagamenti
di ogni tipo: trasporti, servizi, grandi magazzini... Tutta la banca
francese e "La Poste" ne sono interessati, perchè
comporta un abbattimento di costi per tutti: per le banche (compensare
un assegno è in confronto molto più caro), per i commercianti
(riduzione dei costi di gestione di cassa, di provvisioni -stocks-
e di contabilità) e per i clienti (una sola carta, molto
più sicura rispetto a quelle magnetiche; protezione contro
furto o perdita; protezione dell'informazione personale).
L'ECU (European Currency Unit), la moneta europea,
è una pura Unità di Conto praticamente elettronica.
Paradossalmente il Parlamento Europeo ha già convocato un
concorso per disegnare i futuri biglietti degli ECU. Anacronismo
che contrasta con la veloce estensione in tutta Europa delle reti
di moneta telematica. Nei prossimi anni coincideranno tanto l'accordo
per l'introduzione dell'ECU come la compatibilità totale
delle carte intelligenti (CARD) in tutti i cassieri automatici e
terminali europei. Non sarebe il caso di pensare ad una applicazione
coerente e democratica della monetica, che permetta di trasformare
il futuro ECU in uno strumento monetario che favorisca la trasparenza
e la democrazia partecipativa? L'ECU-CARD diverrebbe la carta di
credito dei cittadini comunitari e contribuirebbe ad una buona costruzione
dell'Europa, favorendo il controllo delle istituzioni da parte dei
cittadini, semplificando i sistemi partecipativi di elezione e presa
delle decisioni (in Norvegia, la carta CIVIS consentirà di
votare elettronicamente) ed ottimizzando la gestione tributaria
e le politiche distributive.
Proposte per il quadro delle relazioni internazionali. Si è
creata negli ultimi mesi l'organizzazione Trasparenza Internazionale,
frutto della coalizione tra diverse organizzazioni e Governi, per
mettere fine alla corruzione nelle relazioni commerciali. Questa
organizzazione, con sede a Berlino, sta fissando delle Norme di
Condotta e comincerà la sua attività con il controllo
delle iniziative finanziate con denaro pubblico. Le "Norme
di Condotta" insistono sulla necessità di impedire che
esistano "contabilità parallele", e sul fatto che
debbono stabilirsi sistemi di controllo interno ed esterno che garantiscano
il compimento delle "Norme". Il "regime di trasparenza"
fornisce un potente sistema di controllo per il compimento di queste
"Norme", all'altezza della sfida posta dalle transazioni
elettroniche mondiali.
* *
L'introduzione graduale del "regime di trasparenza"
non deve far dimenticare che la corruzione nazionale ed internazionale
non si potrà combattere efficacemente fino a che il sistema
monetario dominante sarà fondato sul corso legale di denari
anonimi che fungono da strumenti di facilitazione della doppia contabilità
e della corruzione impune.
L'iinovazione sociale deve modificare le regole del gioco sociale
nella misura in cui le innovazioni tecnologiche offrono nuovi pericoli,
ma anche nuove possibilità.
La democrazia continuerà perdendo legittimità
se non trova un sistema che possa nello stesso tempo garantire lo
Stato di Diritto, evitare la corruzione, proteggere l'intimità
dei cittadini e rendere chiara ed efficace la gestione pubblica.
La perdita di legittimità democratica conduce presto o tardi
al totalitarismo. Questo Piano Anticorruzione pretende aprire un
dibattito sul come favorire l'approfondimento della democrazia responsabile.
I cittadini, militanti, quadri o dirigenti che aspirano ad un gioco
pulito, possono forse trovare qui una pista da seguire per provarci.
Barcelona, 24 febbraio 1992 - 7 aprile 1993.
|