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Capitolo 8. IMPUNITÀ
E DISORDINE |
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Queste caratteristiche strumentali della
moneta facilitano ogni tipo di crimini e delitti per, con ed attraverso
di essa; rendono impossibile un sistema metrico ed informativo (multi-captore)
di tutti i dati significativi di ogni atto di compra-vendita; e
per tanto, impediscono la confutazione o conferma sperimentale delle
diverse teorie e politiche economiche.
"Chi paga, comanda" e "fatta
la legge, trovato l'inganno" sono aforismi nati dal fatalismo
storico di un contesto in cui questo tipo di moneta anonima ha lasciato
impuni -per mancanza di prove o per "pressioni" ben pagate-
la maggior parte di crimini e delitti: tradimenti, traffici d'armi
o di droghe o di persone, guerre, attentati, sequestri, falsificazioni,
frodi fiscali, doppie contabilità, false testimonianze, prevaricazioni,
corruzioni, uso illecito di denaro pubblico, omicidi, calunnie,
rapine, furti, truffe, speculazioni... E per altro verso le teorie
e le politiche economiche sono in crisi permanente, prive di un
sistema di confutazione sperimentale che le faccia passare per il
setaccio dei fatti e non per quello degli interessi dei gruppi di
potere o del "prestigio" degli economisti che le difendono.
Per spiegare le tre disfunzioni basilari
del sistema monetario attuale non c'è niente di meglio che
ricorrere ai fatti ed alle testimonianze. Fatti che parlano da soli.
Fatti che vengono dati come una costante fatalità storica
con la quale dobbiamo convivere, confidando nel fatto che la moralità
e la buona volontà delle persone evitino una loro ulteriore
estensione. Si attaccano gli effetti ma non si mettono in discussione
le facilitazioni strumentali che gli permettono di estendersi. Perchè
darsi da fare se la causa è trascendente, se la cattiveria
umana è consustanziale all'uomo?
Rispetto alla prima disfunzione, si espongono alcuni fatti apparsi
sulla stampa quotidiana in questi ultimi anni, tra i quali appare
ripetutamente l'esempio assai significativo, anche se non unico,
dell'incapacità strumentale di farla finita col traffico
di droga. Ci asterremo dai commenti. Le frasi in corsivo vogliono
indicare alcuni degli aspetti da tenere in maggior conto. I dati
che riproduciamo vanno considerati puramente orientativi. Su questi
temi nessuno può, per definizione, sapere nulla di esatto.
Prima parte. La moneta anonima (di metallo o di
carta) impedisce di prevenire, scoprire e condannare la maggior
parte delle azioni criminali e delittuose.
Alcune cifre dell'anno 1985 in Italia sono terrificanti:
la società Crimini S.p.A. fatturò 185 mila miliardi
in un anno, una quarta parte del prodotto interno lordo. "Nelle
sue diverse forme (Mafia, Camorra, etc.), e in diverse attività
che vanno dalla prostituzione al furto di opere d'arte, passando
per il traffico di droga e l'estorsione, la delinquenza organizzata
suppone un fatturato di 185 mila miliardi annuali, e dà "lavoro"
a quasi un milione di persone". "È l'impresa più
importante d'Italia." "La gente considera meno gravi e
di minore responsabilità, per doverli denunciare, i delitti
"più diffusi", rispetto ai quali, a poco a poco,
si va abituando." "Il traffico degli stupefacenti occupa
il primo posto nel ranking economico dell'industria italiana del
crimine." "1.Droga: da 40 a 70 mila miliardi. 2.Prostituzione:
20 mila miliardi. 3.Armi: 5 mila miliardi. 4.Ricatti ed estorsioni:
24 mila miliardi. 5.Furti e rapine: idem. 6.Contrabbando: 3.600
miliardi. 7.Contrabbando di opere d'arte: 2.400 miliardi. 8.Giochi
d'azzardo: 8.400 miliardi. 9.Traffico di valuta: un bilancio di
60 mila miliardi e movimenti annui di 6 mila miliardi. 10.Attività
illegali diverse: 18 mila miliardi." "La difficoltà,
tuttavia, di combattere questa grande fabbrica economica clandestina
è immensa. In primo luogo, è la mancanza di lavoro
[...] che spinge molti giovani ad entrare nell'impresa del delitto.
In secondo luogo, la facilità di guadagno di questo lavoro
clandestino, nonostante il fatto che comporti maggiori rischi."
"I politici italiani, per finalità
personali o per i propri partiti, intascano illegalmente 108 miliardi
al giorno. La società Corruzione S.p.A. si trova al dodicesimo
posto delle imprese italiane per volume di affari, dopo l'Olivetti
e prima dell'Alitalia, se oltre alla corruzione politica si conta
ogni tipo di corruzione economica in Italia, raggiungendo l'incredibile
cifra di 18 mila miliardi annui."
"Gli spagnoli credono che la legge aiuta soltanto
i ricchi. Del 61 per cento che opina che le leggi beneficiano alcuni
gruppi più di altri, un 84 per cento crede che i favoriti
siano i "ricchi", i "potenti" o la "classe
alta", mentre solo un 10 per cento pensa che lo siano "quelli
che governano", i "politici" o "i socialisti".
Il 75 per cento opina che al momento di applicare le leggi si facciano
differenze a seconda di chi si tratti."
"L'economia sommersa muoverà 1000 miliardi
di pesetas nel 1989. La prostituzione, il prossenetismo, il traffico
di droga, l'evasione di capitali, perfino il semplice lavoro a domicilio
costituiscono oggi in Spagna un terreno adeguato per la generazione
e diffusione di affari occulti. Più di tre milioni di spagnoli,
secondo l'ultimo studio realizzato dal Ministero d'Economia, praticano
qualcuna di queste attività che vengono solitamente occultate
con intenzioni fraudolente." "Questa parte di popolazione
occupata irregolarmente genera tra il 15 e il 25 per cento del totale
del prodotto interno lordo, previsto in 42 mila miliardi di pesetas
per l'anno 1989." "Gli spagnoli spendono ogni mese circa
72.000 milioni di pesetas in prostituzione, il che suppone annualmente
qualcosa come 900.000 milioni pesetas di denaro nero. Con questa
quantità si potrebbero coprire tutte le spese che sostiene
attualmente l'Istituto Nazionale per l'Occupazione in sussidi."
"I sette grandi Stati d'Occidente, con gli
Stati Uniti in testa, mostrano forti resistenze alla instaurazione
di un sistema di verifica dei trasferimenti bancari internazionali
di denaro nero generati dal commercio illegale delle droghe [...]
si sono opposti per le ripercussioni negative che potrebbero produrre
nel sistema finanziario internazionale." (!) "Il risultato
è ovvio: finchè i narcotrafficanti continuano ad avere
la possibilità di muovere annualmente 300 miliardi di dollari
attraverso i canali del sistema bancario internazionale, non soltanto
sarà impossibile che scenda la produzione e diminuisca la
domanda di droghe illegali, ma per giunta aumenta sempre più
il rischio che questo enorme potenziale di corruzione finisca per
far marcire completamente banche, polizie e Governi." "È
possibile che la timidezza dimostrata dai Sette Grandi al momento
di agire contro il tallone d'Achille economico del narcotraffico
sia condizionata almeno in parte dal peso che ha la droga nel commercio
internazionale (un 9 per cento del totale, vale a dire il doppio
delle transazioni petrolifere), ma allora non esiste nessuna giustificazione
perchè si continui a far ricadere il grosso della repressione
sui piccoli trafficanti e sui consumatori."
"Ciò che ci preoccupa non è soltanto la salute
degli individui che viene pregiudicata, ma la partecipazione di
gigantesche bande di criminali che distuggono la vita di individui
e gruppi e, cosa non meno grave, che si sono impadronite di cinque
o sei paesi in America Latina." "Un ristretto numero di
criminali maneggia ogni anno attorno ai 100.000 milioni di dollari,
più del prodotto nazionale lordo di 150 dei 170 paesi del
mondo."
Soltanto negli Stati Uniti il narcotraffico genera
degli ingressi lordi prossimi ai 100.000 milioni di dollari. Uno
studio della WEFA riferito al 1986 fissava in 65.700 milioni di
dollari gli ingressi lordi della delinquenza organizzata. Le cifre,
colossali, rappresenterebbero almeno il 50 per cento dell'enorme
e destabilizzante sacca di denaro nero che percorre il pianeta alla
ricerca di un'apparenza legale. La frode fiscale semplice genera
l'altra metà di questa sacca, che si completa con i fondi
provenienti da altre forme di delinquenza e contrabbando, dal traffico
d'armi, da "bustarelle" e corruzioni. È evidente
che la sacca non può circolare senza trovare una strada nel
sistema bancario internazionale."
"Denunzie diffuse negli Stati Uniti misero
allo scoperto un'operazione coordinata dalla CIA che consisteva
di un contributo di 10 milioni di dollari fatta dal colombiano "cartello
di Medellín" e destinato alla "contra" nicaraguense.
"La droga viene proscritta", confessa un agente antinarcotici
nordamericano, "ma i soldi vengono ricevuti con beneplacito"."
"La Banca d'Italia chiede ai banchieri europei che si uniscano
per impedire il riciclaggio di denaro sporco. La Cosa Nostra cercherà
di aprofittare dell'entrata in vigore del mercato unico europeo
per i suoi fini delittuosi. Il governatore della Banca d'Italia
ha commentato che occorre una revisione degli strumenti e dei metodi
di azione "per rendere più efficace l'attività
di investigazione" di chi lotta contro Cosa Nostra, e per proteggere
le banche "dalla strumentalizzazione della delinquenza organizzata
[...] Una delle azioni più frequenti è quella d'introdurre
l'obbligo di registrare le operazioni finanziarie delle importazioni
rilevanti e dei suoi protagonisti, per rendere ricostruibili da
parte delle autorità inquirenti i cammini ed i flussi finanziari
di origine illecita"."
"Con le ingenti somme provenienti dalla droga,
i mafiosi cercano di entrare come "signori rispettabili"
nei consigli di amministrazione delle grandi banche e delle imprese
finanziarie." "Per evitare il riciclaggio e l'ingresso
della mafia nella banca, il governatore della Banca d'Italia ha
dettato, tra le altre, le seguenti norme alle banche italiane: che
registrino le operazioni di consegna in contanti di più di
20 milioni di lire e che conservino tutta la documentazione relativa
alle diverse operazioni."
"La Mafia è oggi capace di minacciare
l'autonomia delle imprese, distorce la libera competenza e destabilizza
il settore dell'intermediazione finanziaria. La potenza finanziaria
della Mafia costituisce una bomba a scoppio ritardato per il sistema
finanziario internazionale. Con più di 600 societá
specializzate nella locazione finanziaria, nel prestito personale
o nel credito immobiliario, la Sicilia possiede una densità
parabancaria tra le più alte d'Italia senza che la sua attività
industriale o commerciale lo giustifichi. Curiosamente, queste società
si concentrano nelle provincie in cui l'influenza di Cosa Nostra
è maggiore."
Il delegato del Governo per il Piano Anti-Droga
considera che "è relativamente semplice occultare la
provenienza dell'ingresso proveniente dal traffico di stupefacenti
attraverso una serie di operazioni finanziarie. Di fronte a ciò,
l'indurimento delle normative relative a i movimenti finanziari
"è servito più per deteriorare l'immagine politica
dei legislatori che non per arrestare il movimento di denaro nero"".
Seconda parte. La moneta anonima rende impossibile
la creazione di un sistema di misura affidabile, esatto ed esaustivo
che eviti la falsificazione e manipolazione di dati.
Il professor Santos M. Ruesga (1988) considera che gli effetti dell'espansione
dell'economia sommersa si possono situare a tre livelli:
a) Perturbazioni nel calcolo degli indicatori
economici, alcuni sottovalutati ed altri sopravvalutati.
b) Divergenze tra obiettivi e risultati della politica
economica. Nella misura in cui gli indicatori sono scorretti, si
accentuano maggiormente i disequilibri che si volevano correggere.
c) Alterazioni nel funzionamento del sistema economico
causate dall'elaborazione di misure di politica economica distorte
nella loro intensità o direzione.
"Bisogna trattare con molta precauzione
i risultati ottenuti, ed occorre mettere in evidenza che tanto i
metodi d'estimazione diretta come gli indiretti peccano di importanti
deficienze nel cogliere la complessa realtà del settore inosservato
dell'economia." "Si vede sempre più la necessità
di procedere a completare e migliorare i sistemi statistici che
servono da base alla contabilità nazionale, con l'obiettivo
di riempire i vuoti che vi si osservano e coprire così le
parcelle relative alle attività non contabilizzate."
Dopo quest'elenco di precauzioni, e nonostante una serie di liste
di svariate e contraddittorie estimazioni per i diversi Stati, presenta
una tavola dalla quale si deduce che la media dell'economia sommersa
nei paesi della OCDE, nel 1978, poteva essere del 9 per cento del
prodotto nazionale lordo, e che in due anni (dal 1978 al 1980) era
aumentata all'incirca del 5 per cento.
"Dalla mia professione di statistico
ho potuto apprezzare che, nel nostro paese, la mancanza di rigore
è all'ordine del giorno, comprendendo tanto le incompletezze
e la cattiva qualità dei dati di base come il trattamento
e le modellizzazioni che vi si costruiscono attorno, a volte tanto
pretenziose come inoperanti. La scarsa preparazione statistica e
matematica degli economisti formatisi nelle università spagnole
si trasforma a volte in un'ammirazione indiscriminata per le applicazioni
complesse ed inintelligibili di questi metodi. E questo quando molti
dei dati basilari -delle tavole d'input-output, delle contabilità
nazionali, regionali, per non dire provinciali, trimestrali...-
utilizzate per i modelli sono già frutto a loro volta di
estimazioni soggettive; il carattere oggettivo delle prove statistiche
risulta così ridimensionato in partenza, cosa che accade
in maniera accentuata nel nostro paese. Però rinunciare a
l'esercizio di applicazioni econometriche complicate, perchè
si pensa che la povertà o scarsa qualità dei dati-base
non le giustifica, è una decisione difficile per coloro che
godono delle delizie di tali applicazioni. Inoltre, esiste sempre
l'alibi che i modelli possono mettere in evidenza le incoerenze
dell'informazione di base e persino correggerle."
"Anche nell'ingegneria sociale della
politica economica è utile disporre di questi cuscini di
equazioni tra i quali si può nascondere la responsabilità
dell'azione. Viene da qui il fatto che, sia da parte di politici,
sia di consulenti e tecnici, vengano spesso preferiti modelli più
complessi ed inintelligibili, senza che peraltro sia certo che diano
migliori risultati predittivi rispetto ad altri cammini più
semplici e maneggevoli. In ogni caso, bisogna mettere in evidenza
l'ambivalenza di queste tecniche, che per un verso sono di inestimabile
aiuto per studiare il comportamento e l'evoluzione di determinate
variabili, e permettono confutare e andar perfezionando, per tentativi
del tutto leciti, le intuizioni e formule originarie, ma che per
altro verso offrono ampi margini di manovra per giustificare, con
ragioni presuntamente scientifiche, delle idee preconcette.
"Vanno in tal senso le interpretazioni di Harrod, che presenta
come maggiormente realista la possibilità che "l'ingegneria
macroeconomica si effettui cercando di massimizzare le possibilità
elettorali del partito politico che detiene il potere in ogni dato
momento, e non come risultato di un calcolo razionale su ciò
che è conveniente per il benessere nazionale"."
Terza parte. L'attuale moneta ostacola la confutazione
sperimentale delle teorie economiche per l'assenza di un sistema
di misura completo e coerente.
"Qualunque sia il suo grado di interesse, sia potente o statica
la sua struttura logica, sia o meno espressa in forma matematica,
qualunque teoria che non possa confrontarsi coi dati empirici, o
che sia in disaccordo con i fatti osservati, non ha alcun valore
scientifico." Queste affermazioni possono sembrare ovvietà,
e fino ad un certo punto lo sono, ma se venissero applicate rigorosamente
farebbero crollare parti consistenti dell'economia standard."
"Nelle scienze economiche cosiddette "dure",
le speculazioni più azzardate si scontrano presto o tardi
con esperimenti e osservazioni che esercitano una pressione selettiva
permanente; in economia, invece, si dà la pittoresca situazione
che non c'è alcun criterio comunemente accettato per falsificare
proposizioni, a parte quello della scorrettezza formale. La preoccupazione
di stabilire un confronto sistematico tra le proposizioni teoriche
e gli enunciati fattuali si trova molto spesso assente nelle ricerche
considerate "di punta". Questa è, a mio avviso,
una situazione deplorevole che occorre superare. Il nostro lavoro
aspira a che la contrapposizione tra impostazioni rivali si sposti
verso il terreno delle confutazioni empiriche, in modo che diventi
più facile valutare i loro meriti e demeriti in maniera obiettiva."
"La modellizzazione scrupolosa e dettagliata
di economie integrali comporta il porre e risolvere migliaia o milioni
di equazioni simultanee. La conseguenza è che questi modelli
non sono mai verificabili, perchè non c'è modo di
conoscere tutti i parametri strutturali presunti o postulati, nè
esistono, per il momento, artefatti capaci di processare tutta l'informazione
potenziale con l'obiettivo di fornire un pronostico che possa essere
confrontato coi dati effettivi. Dovrebbe risultare ovvio che finchè
non si superi questa situazione, finchè non si trovino alcune
connessioni (siano pure parziali o indirette) col piano della realtà,
è grande il rischio che le speculazioni teoriche in economia
non siano altro che entelechie teologiche vuote di contenuto fattuale.
Non si tratta di un avvertimento figurato; in realtà, buona
parte di ciò che viene pubblicato come ricerca di punta possiede
questo carattere. Dietro una facciata formale di complessità
a volte scoraggiante, i risultati sostantivi brillano per la loro
assenza; lemmi e teorie si dimostrano solitamente secondo i procedimenti
e le normative matematiche di rigore, ma la verità fattuale
delle proposizioni resta quasi sempre nell'oscurità più
completa, come se fosse priva di importanza."
"Spesso la teoria economica standard appare agli occhi delle
persone di formazione letteraria come un sapere scientifico genuino
e maturo. In gran misura si tratta di un miraggio. L'uso a profusione
di tecniche matematiche di livello intermedio e perfino superiore
è frequentemente un modo per mascherare e nascondere le enormi
debolezze delle impostazioni e delle categorie di solito utilizzate,
che per giunta molte volte sterilizzano le inquietudini e bloccano
altre linee di avanzamento."
CONCLUSIONE
I fatti esposti in queste tre parti, se interconnessi,
sono esplosivi. Al punto che si preferisce non accettarli. Qualora
lo facessimo, verremo presi da un panico terribile. La situazione
è caotica malgrado le apparenze "ordinate" conferitegli
dalla società "dell'immagine". Di questi temi non
sappiamo quasi niente, e quel poco che sappiamo fa rabbrividire.
Non c'è una guida teorica, e quella che c'è non è
verificabile.
Certamente, tutto ciò è molto complesso.
Non tutto è, nè sarà, contabilizzabile o documentabile.
Non è tutto, evidentemente, un problema strumentale. Ma nella
misura in cui può esserlo, perchè non cercare di risolverlo?
Non si potrebbe così contribuire a ridurre una parte della
irraggiungibile complessità? Come documentare il crimine?
Come ottenere dei dati affidabili? Come elaborare delle teorie confrontabili
coi fatti? Ecco alcune delle questioni ancora irrisolte.
Note:
1 Crimen SA, "El País",
29-XI-1985.
2 La corrupció política mou a Itàlia mil milions
diaris de pessetes, "Diari de Barcelona", 29-XI-1987.
"3 La Vanguardia", 11-V-1988.
4 "La Gaceta", 7-IV-1989.
5 Drogas y finanzas, "El País", 24-IX-1989
6 El semanario "The Economist" pide la legalización
del consumo y distribución de las drogas, "El País",
4-II-1989.
7 La gran bola negra, "El País", 18-XII-1989.
8 Bancos de blanqueo, "El País", 22-IX-1988.
9 El Banco de Italia pide a los banqueros europeos que se unan para
impedir el reciclaje de dinero sucio, "La Vanguardia",
8-IV-1989.
10 Campaña del Banco de Italia para prevenir el "blanqueo"
de dinero negro de la Mafia, "El País", 9-IV-1989.
11 El dinero de la Mafia amenaza los circuitos financieros de la
CE, "Cinco Días", 29-V-1989.
12 Diez maneras de "blanquear" el dinero del narcotráfico,
"Expansión", 29-XI-1989.
13 RUESGA, Santos M., Al otro lado de la economía. Como funciona
la economía sumergida en España, Editorial Pirámide,
Madrid, 1988, pp. 57-58.
14 NAREDO, José Manuel, La economía en evolución.
Historia y perspectivas de las categorías básicas
del pensamiento económico, Siglo XXI, Madrid, 1987, p. 392.
15 Idem, p. 349.
16 ALLAIS, Maurice (Premi Nobel d'Economia 1988), L'economia com
a ciència, 1968.
17 BARCELÓ, Alfons, Elogi de Maurice Allais, "Diari
de Barcelona", 19-X-1988.
18 BARCELÓ, Alfons, Teoría Económica de los
Bienes Autorreproducibles, Oikos-Tau, Barcelona, 1988, p. 8.
19 Idem, p. 199.
20 Idem, p. 199.
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