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Capitolo 10. VIAGGIO ALL'EDEN |
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Però la moneta può essere -e probabilmente
lo è stata durante 7000 anni, agli albori delle civiltà
dell'Asia occidentale- uno strumento con caratteristiche radicalmente
differenti: personalizzazione, diversificazione ed immobilità.
In recenti ricerche sulle origini della scrittura
e l'uso dell'argilla, è stato rinvenuto un complesso ed esteso
sistema di contabilità basado su schede di fango che probabilmente
consentiva la registrazione delle diverse operazioni di intercambio
effettuate coi prodotti dei raccolti e degli allevamenti. Questo
sistema fu l'embrione dei primi strumenti monetari ("bolle"
d'argilla) che davano informazione delle caratteristiche e degli
agenti di ogni transazione, e che con tutta probabilità costituivano
lo strumento basilare di un sistema di compensazione contabile.
Le scoperte compiute da Denise Schmandt-Besserat (1978), dell'Università
del Texas, mentre effettuava ricerche sull'uso dell'argilla, permettono
di formulare interessanti ipotesi non solo sulle origini della scrittura
ma anche sulle origini della contabilità e della moneta.
Lasciamo che lei stessa ce le illustri.
"Nel 1969 cominciai un progetto di ricerca
il cui obiettivo finale era quello di scoprire quando, ed in quali
forme, si cominciò a far uso dell'argilla nel Medio Oriente."
"Visitai i musei [...] che possedevano collezioni di manufatti
d'argilla datati fino al settimo, ottavo e nono millennio a.C. Questo
intervallo di tempo, che cominciò circa 11.000 anni fa e
terminò attorno agli 8.000 anni fa, contemplò l'affermarsi
dei primi insediamenti agricoli nell'Asia occidentale.
"Nelle collezioni dei musei [...] mi trovai
davanti ad una categoria di oggetti imprevista: dei piccoli manufatti
d'argilla di forme svariate." "Man mano che passavo a
rivista le collezioni dei musei e i repertori dei giacimenti archeologici
in questione, rimasi enormemente perplessa dalla manifesta onnipresenza
delle schede [d'argilla]. Erano state trovate in luoghi che vanno
dal lontano ovest, come Beldibi (Turchia sud-occidentale), fino
al lontano oriente, come Chandhu Daro (Pakistan). Sono state portate
alla luce delle schede addirittura in un giacimento dell'ottavo
millennio a.C. presso il Nilo, nelle vicinanze di Khartum."
"Man mano che ampliavo le mie ricerche
per includere i manufatti di argilla più tardi, datati dal
settimo millennio a.C. fino al quarto, e ancora posteriori, scoprii,
con grande sorpresa, che erano state trovate ugualmente delle schede
simili." "Evidentemente, un sistema di contabilità
si era diffuso [...] per tutta l'Asia occidentale a partire da un'epoca
così remota come il nono millennio a.C. fino ad epoche tanto
prossime come il secondo millennio."
"Considerato nella sua totalità, il sistema comprendeva
15 classi principali, divise in 200 sottoclassi, sulla base della
dimensione, di tracce o variazioni frazionali [...] Evidentemente,
ogni specifico formato possedeva un significato proprio; alcune
sembravano rappresentare valori numerici e altre oggetti specifici,
in particolare mercanzie."
"Non è necessario teorizzare
su alcuni di questi significati; un certo numero di ideogrammi che
appaiono nelle tavolette di Uruk (considerate fino ad ora l'origine
della scrittura) riproducono quasi esattamente, in due dimensioni,
molte delle schede."
"Perchè esisteva questo repertorio di simboli tridimensionali?
Non può trattarsi di una semplice coincidenza il fatto che
le prime schede appaiano nelle prime fasi del Neolitico, epoca di
cambiamenti profondi nella società umana."
"La nuova economia agricola, malgrado
il fatto che incrementò indubbiamente la produzione di alimenti,
doveva venire accompagnata da nuovi problemi."
"Forse il più cruciale era quello
dell'immagazzinamento degli alimenti. Una certa parte del racolto
annuale doveva venire assegnato alla sussistenza della stessa famiglia
agricola, ed un'altra parte doveva venir messa da parte per la semina
dell'anno seguente [...]. Un'altra parte doveva venire riservata
per barattarla con quanti fossero disposti a fornire prodotti esotici
e materie prime a cambio di alimenti. Sembra possibile che la necessità
di non perdere di vista queste diverse parti e transazioni fu sufficiente
per stimolare lo sviluppo di un sistema di registri."
"
Il periodo Neolitico ed il seguente, il Calcolitico,
o Età del Bronzo, si estesero in Asia occidentale per 5000
anni. Durante tutto questo lasso di tempo non si trovano, sorprendentemente,
cambiamenti nelle schede d'argilla, fatto questo che può
indicare in che misura questo sistema di registro si adattava bene
alle necessità di una primitiva economia agricola."
"Fu probabilmente nel periodo Calcolitico
che l'eccedente agricolo per ogni membro della comunità cominciò
a venire raccolto mediante delle imposte in natura, affidando la
supervisione di tali eccedenti a funzionari pubblici, quali potevano
essere i sacerdoti del tempio. Se così fosse, la necessità
di mantenere una buona contabilità dei contributi individuali
non dovette supporre, evidentemente, una rilevante modificazione
del sistema di registro."
"
Nelle prime fasi dell'Età del Bronzo,
tra il 3500 ed il 3100 a.C., si produssero dei significativi cambiamenti
nel sistema di registro. Questo periodo conobbe un progresso economico
quasi altrettanto notevole, per il suo carattere, di quello della
nascita dell'economia agricola, che ne pose le basi. Il nuovo sviluppo
fu la comparsa delle città. Gli studi d'insieme degli antichi
giacimenti dell'Asia occidentale indicano un rapido aumento della
popolazione dell'Iraq e dell'Iran; centri urbani, con numerosi abitanti,
cominciano ad apparire nei pressi degli anteriori insediamenti di
capanne."
"Lo sviluppo di un'economia urbana,
radicata nel commercio, doveva moltiplicare la domanda che gravava
sul sistema tradizionale di registro. Bisognava annotare non solo
la produzione, ma gli inventari, le spese di trasporto e il pagamento
dei salari, ed i mercanti avevano necessità di mantenere
constanza delle loro transazioni. Verso l'ultimo secolo del quarto
millennio a.C., la pressione di questa complessa contabilità
commerciale sul sistema di schede d'argilla divenne evidente, tanto
rispetto ai simboli come nella forma di utilizzare le schede."
"Riguardo ai cambiamenti nel modo di
utilizzare le schede, è significativo il fatto che [...]
il 30 per cento del totale siano forate." "Le perforazioni
sono così piccole che soltanto un cordino sottile poteva
averle attraversate", cosa che potrebbe indicare che "alcune
schede rappresentative di una transazione specifica stavano infilate
insieme, come in un registro. Sembra plausibile che la complessità
della necessità di conservare la documentazione in una economia
urbana può avere dato luogo alla duplicazione di schede adatte
a venire infilate."
"Un altro cambiamento molto più
significativo è quello della prima apparizione, in quest'epoca,
delle "bolle" d'argilla", con schede al loro interno.
"L'esistenza di una "bolla" è una testimonianza
diretta, perfettamente definita, del desiderio dell'usuario di distinguere
le schede che rappresentano una transazione dall'altra."
"A mio parere, non c'è dubbio
che queste "bolle" furono inventate per offrire alle due
parti di una transazione un tipo di superficie liscia d'argilla
che, secondo l'usanza sumera, poteva venire marcata coi sigilli
personali degli individui implicati, come modo per convalidare l'atto
commerciale."
"Un produttore rurale di tessuti, per
esempio, consegnava un carico di mercanzie ad un intermediario urbano,
e gli inviava insieme alla mercanzia una bolla che portava al suo
interno un certo numero di schede con la descrizione del tipo e
della quantità della merce inviata. Rompendo la bolla, il
destinatario poteva verificare la natura del carico; inoltre, la
necessità di consegnare la bolla intatta evitava al trasportista
la tentazione di "alleggerire" la mercanzia in transito.
Questo trasferimento sigillato di schede tra soci commerciali rappresenta
una forma completamente nuova di utilizzare l'antico sistema di
registro."
"Questa innovazione comportava un serio
inconveniente. I sigilli impressi sulla superficie esterna della
bolla servivano per dare validità ad ogni trasmissione, ma
se queste impronte dei sigilli dovevano conservarsi, la bolla doveva
rimanere intatta. In quale modo era allora possibile dterminare
quali schede si trovavano all'interno, ed in quale numero? Presto
si trovò la soluzione al problema. La superficie della bolla
fu marcata in modo tale che, oltre alle impronte dei sigilli che
la convalidavano, portava l'immagine di tutte le schede racchiuse
al suo interno."
"Sembra che queste marche impresse sulla
superficie della bolla non furono inventate per sostituire il sistema
di schede contabili. Ciononostante, accadde proprio questo."
"Le bolle vuote, con le schede all'interno, dovevano venire
rimpiazzate per solidi oggetti di argilla iscritta: le tavolette.
Le schede infilate a collana, o impilate in ceste e scaffali degli
archivi dovevano cedere il passo a segni che le rappresentavano,
scritti sopra tavolette, vale a dire, dovevano cedere il posto a
documenti scritti."
"Il profilo convesso delle più
antiche tavolette d'Uruk potrebbe facilmente essere un tratto morfologico
ereditato dalle bolle sferiche."
"L'apparizione della scrittura in Mesopotamia
costituisce un passo logico nell'evoluzione di un sistema di contabilità
che ebbe origine 11.000 anni fa."
"Con la nascita delle città e lo sviluppo
del commercio in grande scala, il sistema venne spinto verso un
nuovo cammino. Le immagini delle schede soppiantarono presto le
schede stesse, e l'evoluzione degli oggetti simbolici in ideogrammi
condusse alla rapida adozione della scrittura in tutta l'Asia occidentale."
Da questa suggestiva descrizione possiamo trarre
alcune piste.
Con la nascita della produzione agricola prende
avvio un sistema di contabilità piuttosto elaborato. Man
mano che crescono il mercato e l'urbanizzazione, si complica il
sistema di contabilità, che diviene uno strumento fondamentale
negli intercambi. In altre parole, si realizzano moltissime relazioni
commerciali, senza alcuna moneta di valore intrinseco, grazie ad
un complesso sistema personalizzato di transazioni.
Il sistema di schede, e soprattutto quello delle
bolle, compivano le funzioni di moneta, o no? Tutto dipende da ciò
che si intende per moneta. La stessa autrice, in uno scambio di
corrispondenza, ci riassumeva la sua posizione: "Le schede
erano un sistema di annotazioni comparabile al nostro abaco moderno.
Per ciò che se ne può vedere, servivano per contare
e contabilizzare, ma non avevano valore intrinseco e non erano una
moneta." (lettera del 14 aprile del 1987). Dice che non si
tratta di una moneta perchè "non avevano valore intrinseco".
D'altra parte non può ridurre la loro funzione a quella di
strumento di calcolo senza cadere in contraddizione con le funzioni
che lei stessa -come abbiamo visto- dice che assolvevano: facilitare
la vendita di mercanzie tra soci commerciali, in maniera quantificata,
contabile, personalizzata, registrata...; qualità che, evidentemente,
un abaco non possiede.
Ancora una volta, dobbiamo riconoscere un fatto:
che il pregiudizio che la moneta ha valore intrinseco possiede una
tal forza da deformare l'interpretazione dei fatti più evidenti.
Questa
è anche la trappola in cui cade lo stesso Schumpeter quando
commenta la teoria di Aristotele: "La teoria aristotelica dell'origine
logica del denaro può resistere alle prove che vanno richieste
ad una teoria verificabile dell'origine storica del denaro. Esempi
come il sicle semitico o come il thè (l'uno e l'altro con
valore intrinseco) [...] sono sufficienti per offrirci una dimostrazione
in tal senso."
Vediamo qui come Schumpeter, che critica l'argomentazione
di Aristotele a favore della "teoria metallista", accetta
che le prime monete furono dotate di "valore intrinseco",
e cade, probabilmente, nello stesso errore che pretende combattere.
In assenza di un paradigma diverso da quello metallista, presto
o tardi si slitta verso un'interpretazione monolitica del passato,
auto-ostruendosi le capacità di cercare e trovare altri oggetti
o fatti degni di un'interpretazione diversa. Dall'ottica della teoria
metallista, delle schede d'argilla o delle conchiglie non possono
essere moneta nè avere funzione monetaria, per cui non possono
essere nient'altro che frammenti di collane o amuleti.
Malgrado tutto, Schumpeter intuisce l'insufficienza
della sua stessa argomentazione: "Le forme primitive di esistenza
non sono, in genere, più semplici, bensì più
complesse delle posteriori [...] e possono nascondere gli elementi
essenziali, anzichè rivelarli."
Attualmente conosciamo più cose sulla preistoria
di quanto non ne conoscesse Aristotele (o Schumpeter), e d'altra
parte abbiamo scoperto parallelamente le deficienze della teoria
metallista, e possiamo così interpretare i fatti in un diverso
contesto. Questo tipo di "moneta" d'argilla confermerebbe
l'ipotesi che "le forme primitive di esistenza sono in genere
più complesse delle posteriori".
Le caratteristiche di questa moneta preistorica,
che durò, nelle sue varianti, per svariati millenni, sono
alquanto suggestive, soprattutto nella variante delle "bolle".
Tali caratteristiche sono opposte a quelle della moneta anonima
e disinformativa:
Personalizzazione: i partecipanti ad un'operazione
la convalidavano coi loro sigilli personali. Il trasportista doveva
consegnare la bolla intatta per evitare possibili truffe. Era un
documento equivalente ad una fattura con assegno nominativo. La
personalizzazione della moneta, che si dà quando questa fa
risultare chi compra e chi vende, offre una possibilità che
-debitamente protetta- può garantire lo stato di diritto,
vale a dire un'attuazione non arbitraria della Giustizia nella risoluzione
dei conflitti, con uguaglianza delle persone davanti alla legge.
Diversificazione: lo strumento monetario
dava informazione non soltanto degli agenti commerciali, ma anche
delle mercanzie concrete coinvolte nella transazione e, probabilmente,
del valore pattuito (espresso in unità contabili). Serviva
come ricevuta e come fattura. La diversificazione della moneta,
con uno strumento monetario specifico per ciascuna transazione,
e tipi diversi di strumenti monetari (per commercio interno od esterno,
per consumo o per imprese, per risparmio o per investimento, di
origine mercantile o di origine comunitaria...), può favorire
la lettura e interpretazione della realtà economica, e può
evitare il trasferimento squilibrante o speculativo di denaro tra
differenti cicli e sottocicli economici.
Immobilità: ogni bolla serviva per
un'unica transazione. Si aveva interesse a conservarla ed archiviarla,
con finalità individuali (microeconomia) e, probabilmente,
generali (macroeconomia) o giudiziarie (responsabilità).
L' immobilità, cioè il fatto che ciascun strumento
monetario serva per un unico atto di compravendita, facilita la
sua archiviazione con finalità analitico-statistica o giudiziaria.
Insieme, impedisce anche la sempre incontrollata -almeno fin ora-
velocità di circolazione della massa monetaria, che provoca
crisi economiche.
Sembra che il sistema di schede e "bolle"
può anche essere considerato come un sistema monetario e
contabile nella stessa misura in cui consideriamo tale il moderno
sistema di conti correnti.
Ci sono indizi per supporre che i templi facevano
da banca, nel senso di mantenere il bilancio contabile tra città
e di custodirne l'eccedente. È al Tempio Rosso d'Uruk che
sono state trovate la maggior parte delle tavolette sumeriche.
A partire da tutti questi dati sulla Mesopotamia,
possiamo dunque ritenere che può esserci mercato senza "moneta
con valore intrinseco", e che, in questo caso, il mercato utilizza
strumenti che permettono responsabilizzare, agevolare e documentare
gli intercambi.
Questa stessa osservazione possiamo ugualmente
trarla dall'osservazione quotidiana di qualsiasi mercato occidentale,
dove la moneta con valore intrinseco è inesistente ed il
mercato funziona con "biglietti" e conti correnti.
La grande differenza tra quell'antico sistema e
l'attuale è che oggi abbiamo perduto quelle caratteristiche
che lo fecero così permanente: oggi un assegno può
essere nominativo, o al portatore (anonimo); la fattura suole essere
personalizzata e descrive la mercanzia, ma dal momento che la fattura
può essere pagata senza assegno -in contanti-, o con un assegno
al portatore, tutto il sistema resta scisso ed ingarbugliato. Sembrerebbe
dunque che l'unica cosa necessaria per aggiornare questo curioso
ed utile strumento monetario è quella di unire insieme la
fattura e l'assegno nominativo in un solo documento personalizzato,
informativo ed archiviabile, che potremmo chiamare "fattura-assegno".
Nella nostra realtà tutta la strumentazione
è già pronta: i conti correnti, gli assegni nominativi,
le fatture ed i mezzi tecnici (cartacei e/o elettronici) per un
loro uso agile ed efficiente. Ci manca solo la consapevolezza della
necessità di questo passo, e la decisione di predisporre
i mezzi per un suo uso corretto in una società assai più
complessa. Complessità rispetto alla quale, precisamente,
non è più in grado di rispondere efficacemente il
sistema monetario attuale.
Visualmente, potremmo rappresentare una fattura-assegno
come documento in cui si distinguono un'area di contabilità
generale (tipo, quantità e prezzo degli articoli; data e
luogo) ed un'area protetta, di tutela giudiziaria (con i riferimenti
personali e contabili del fornitore e del cliente, con l'accettazione
della transazione e del suo pagamento da parte di quest'ultimo).
Quali vantaggi porterebbe l'adozione di una moneta
del tipo "fattura-assegno"? Si tratta solo del gusto di
recuperare un'antica tecnica, o abitudine? Se col tempo si è
andata perduta, non dev'essere perchè non poteva più
svolgere una funzione utile?
Prima di rispondere a queste domande nei prossimi
capitoli, vorremmo citare soltanto una curiosità.
La Bibbia racconta che il paradiso perduto -l'Eden-
era situato tra due fiumi (nella Mesopotamia?). In che modo doveva
dunque vivere l'umanità in quei luoghi ed in quei tempi remoti,
perchè il mito li abbia marcati col dono della nostalgia
e del rimpianto? Gli ebrei che scrissero il mito del paradiso e
del peccato originale avevano ricevuto per tradizione orale qualcosa
di speciale. Poteva trattarsi di qualcosa che era successa 10.000
anni prima, in comunità pre-agricole? Oppure era relativamente
recente -qualche millennio, come massimo-? E comunque, cosa sappiamo
dell'Eden preistorico?
L'autrice ci ha situato in queste contrade durante
le trasformazioni che esprime un sistema di contabilità.
Ma bruscamente, dopo averlo collegato alle tavolette sumeriche,
si ferma. Ha terminato il lavoro. Il suo lavoro. Ed invece ci apre
una pista prima insospettata per spiegare ciò che successe
in seguito, con la nascita della "Storia".
Ufficialmente, la storia comincia con la scrittura.
Però comincia anche con l'apparizione della moneta dotata
di valore intrinseco -oro, argento, bronzo-, degli imperialismi,
della guerra organizzata tra città e Stati, della corruzione
generalizzata... Comincia, nella tradizione semita, con la conoscenza
del Bene e del Male, la perdita del paradiso e la macchia del peccato
originale che segna l'uomo storico. Del peccato che origina la storia...
Note:
1 SCHMANDT-BESSERAT, Denise (1978), El primer
antecedente de la escritura, "Investigación y Ciencia",
num. 23, agosto 1978.
2 SCHUMPETER, Joseph A. (1954), Historia del Análisis Económico,
Editorial Ariel, Barcelona, 1982, pp. 100-101.
3 Idem, p. 101.
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