«Allora lo zoppo salterà
come un cervo,
e la lingua del mutolo canterà;
perciocchè acque scoppieranno nel deserto,
e torrenti nella solitudine.
E il luogo arido diventerà uno stagno,
e la terra asciutta
vene di acque»
(Isaia 35, 6-7).
Presentazione.
In questo articolo Brauli Tamarit
ci invita a conoscere due catalani universali del secolo XX che
sono passati inavvertiti, perche a su tempo osarono mettere in discussione
le correnti di pensiero «politicamente corrette». Ma
non solo ci introduce nelle loro sorprendenti biografie e le loro
teorie eterodosse, cerca pure di stabilire un nesso fra le domande
e le risposte che vengono suscitate.
In un momento di crisi globale,
dove tutti i modelli del secolo XX sono falliti, ci mancano punti
di riferimento per capire una storia que sembra andare alla deriva,
ed una politica incapace di sottomettere i poteri fattuali che portano
l’acqua al loro mulino. La lettura dell’avventura vitale
e intellettuale del Deulofeu e del Chalaux suscita dubbi sulla validità
degli schemi che hanno retto il nostro pensiero collettivo sulla
storia, la politica e l’economia, e ci mostra la necessità
di guardare più lontano per creare nuovi modelli e non diventare
ostaggi della mediocrità degli intrallazzi di ogni giorno.
Martí Olivella.
La difesa
della pace di Alexandre Deulofeu durante la Guerra Civile Spagnola
del 1936-1939.
Alexandre Deulofeu (1903-1978)
fu una persona versatile: farmacista, chimico, politico, filosofo
della storia, musicista, agricoltore sperimentale, manovale e poeta,
tracciò una teoria ciclica degli imperialismi1
e delle civiltà che il suo amico Francesc Pujols bettezzò
col nome di matematica della storia.
Alexandre Deulofeu (1903-1978).
Ma già prima di tracciare
questa teoria, il Deulofeu fu una persona compromessa con la pace
e l’intesa fra persone di diversa etnia ed ideologia.
Il Deulofeu, uomo di sinistra,
repubblicano e catalanista, scriveva articoli per il giornale di
Figueres, L’Empordà Federal, dove polemizzava
con i suoi opponenti politici dell’altro giornale della città,
La Veu de l’Empordà.
Fu nominato consigliere comunale
del comune di Figueres nelle liste di Esquerra Republicana de
Catalunya (E.R.C.), e nei giorni della sollevazione militare
di luglio del 1936, essendo il sindaco titolare a Barcellona per
tenere una conferenza, fu nominato sindaco provvisorio2.
Dal suo nuovo posto evitò
che il popolo armato fedele alla Repubblica si scontrasse con i
militari indecisi del Castello di Figueres3.
Evitò pure il saccheggio e la distruzione di edifici religiosi
e di opere d’arte4,
oltre a permettere la fuga in Francia dei suoi avversari politici.
Stimolò il Comitato della Scuola Nuova Unificata, che sviluppò
un lavoro fecondo, annullato poi dalla continuazione della guerra5.
Più avanti, la giunta comunale
di Figueres fu ricostituita6.
Come consigliere partecipò nella trasformazione della Escola
d’Arts i Oficis in Escola de Treball7.
Dopo i fatti del 3 maggio del 1937 ritornò al comune, dove
lavorò per riassestare le finanze municipali8.
Dopo di che rinunciò al suo posto e divenne consigliere di
cultura9.
Fu chiamato alle armi in settembre del 1938 come ufficiale sanitario10.
Con la disfatta repubblicana, il 5 febbraio del 1939 andò
in esilio, lasciando indietro a Figueres sua moglie a capo della
farmacia familiare e per prendersi cura delle due figlie11.
In esilio fu rinchiuso in campo
di concentramento a Perpignan, dove soffrì le ristrettezze
dei rifugiati repubblicani catalani e spagnoli in Francia12.
Una delle persone con le quali polemizzava attraverso la stampa,
e che il Deulofeu aveva ayutato a fuggire in Francia quando egli
era il sindaco di Figueres, – mossèn Barceló,
un prete di Mallorca che in più era poeta –, restituì
il favore, a lui e a un gruppo di compagni, procurando la loro liberazione13.
La teoria
ciclica di Alexandre Deulofeu.
Sotto l’influenza de Oswald
Spengler e Arnold Toynbee, Alexandre Deulofeu aveva incominciato
a comporre la sua teoria ciclica nel suo primo libro, Catalunya
i l’Europa futura (La Catalogna e l’Europa
futura), pubblicato nel 1934 con una prefazione di Antoni Rovira
i Virgili.
Ma fu durante l’esilio che
rifinì con più precisione questa teoria, e al suo
ritorno dalla Francia decise di fondare la sua casa editrice, Editorial
Emporitana, e pubblicare l’elaborazione di questa teoria
lungo la storia umana.
Alexandre Deulofeu fa un parallelismo
dei cicli storici con i cicli naturali degli esseri vivi. Secondo
lui, le civilità o culture hanno fino a tre cicli di circa
1.700 anni l’uno. Questi cicli riguardano tutti gli aspetti
della vita umana: l’arte, la filosofia, la scienza, la politica,
l’economia, la religione, ecc.14.
Ogni ciclo di civiltà o
cultura di 1.700 anni inizia con una fase che egli chiama di frammentazione
demografica, di circa sei secoli e mezzo di durata, dove il potere
politico si trova diviso in piccoli nuclei, ma dove si sviluppa
la massima creazione artística, filosofica e scientifica15.
In un secondo tempo sopravviene la fase denominata di grande unificazione,
di circa dieci secoli e mezzo. In questa fase non si hanno nuove
creazioni ma si spande la creazione dell’epoca precedente
in tutto il territorio occupato da questa cultura. Alla fine del
ciclo i popoli rinunciano volontariamente a qualunque manifestazione
dello spirito.
Le trasformazioni che hanno luogo
nel passaggio da una fase all’altra spesso seguono un movimento
oscillante, nel quale i progressi più profondi si avvicendano
con involuzioni non così profonde. È quello che il
Deulofeu chiama la legge di due passi avanti e un passo indietro16.
Dei fino a tre cicli di 1.700 anni
che può avere una civiltà o cultura, il primo coincide
con un periodo di imitazione della cultura precedente. Il secondo
ciclo è quello dell’apogeo, dove viene manifestata
la vera personalità della cultura implicata. Finalmente,
nel terzo ciclo c’è un’imitazione dell’arte,
la filosofia e la scienza dei cicli precedenti, dopo di che viene
completamente dimenticata l’opera di creazione delle generazioni
passate17.
Durante questi cicli di civiltà
appaiono i diversi imperialismi, che hanno una durata approssimata
fra i cinque e i sei secoli. Questi imperialismi presentano una
prima fase federale18,
dopo di che sopravviene una depressione, seguita da una fase aggressiva
chiamata assolutista, la disfatta militare, la fase conservatrice
di apogeo, e finalmente la disintegrazione e la morte19.
Le profezie
avverate di Alexandre Deulofeu.
Mentre elaborava la sua teoria,
egli esponeva pure una serie di predizioni che non erano conseguenza
di rivelazioni né di capacità paranormali sue, ma
che emanavano dalla teoria stessa.
Già durate l’esilio,
Alexandre Deulofeu aveva esposto la sua opinione che la Germania,
nonostante la sua spirale aggressiva, sarebbe stata sconfitta nella
Seconda Guerra Mondiale.
Ma dopo la fine dellla guerra egli
annunciò che in dieci anni la Germania sconfitta passerebbe
alla testa dell’Europa, mentre che gli imperialismi francese
e inglese andrebbero in declino20.
Nel suo libro La pau al món
per la matemàtica de la història (La pace
nel mondo attraverso la matematica della storia), il Deulofeu
aggiunse la sua predizione dicendo che, attorno al 2000, la Unione
Sovietica sarebbe caduta21
mentre le due Germanie si sarebbero riunificate.
La difesa
della pace di Alexandre Deulofeu durante la Guerra Fredda.
Essendosi accorto che gli Stati
Uniti di America potevano arrivare a credersi la loro propria propaganda,
e convertire la loro guerra fredda con la Unione Soviética
in una «guerra calda», Alexandre Deulofeu convinse un
generale di brigata del Venezuela che stava alla OTAN, un tale Víctor
José Fernández Bolívar, perche diffondesse
la sua teoria in questo organismo, allo scopo di convincere il blocco
occidentale che il nemico sarebbe caduto senza lottare.
Così fu che il generale
pubblicò fra 1962 e 1964 una tesi nella Scuola Superiore
di Guerra di Parigi, basandosi in parte sulle teorie di Alexandre
Deulofeu. Il libro nel quale pubblicò questa tesi divenne
libro di consultazione in certi organismi, come il Collegio di Difesa
della OTAN22.
Tutti e due misero il loro granello
di sabbia perche l’umanità potesse andare avanti più
in là della U.R.S.S., secondo il Deulofeu continuatrice dell’imperialismo
degli tzar.
Le profezie
irrisolte di Alexandre Deulofeu: il caso della Cina.
Alexandre Deulofeu fece pubbliche
altre predizioni, basate nella sua teoria ciclica.
Quella che potrebbe produrre le
conseguenze più traumatiche per l’umanità, in
rapporto al volume di popolazione implicato, è la crisi che
può aver luogo in Cina.
Nel suo primo libro della versione
più lunga di La Matemàtica de la Història23
avverte:
«... in questi ultimi anni,
con la velocità del fulmine abbiamo visto crollare tutte
le forze sotto il dominio di un nuovo centro egemonico che, nel
suo primo processo aggressivo, ha attuato la conquista e l’unificazione
della Cina e prosegue la sua aggressione in Corea e Indocina».
Nell’introduzione del libro
riassunto, La Matemàtica de la Història (La
Matematica della Storia), del 1951, pag. 30, dice:
«Rispetto all’Asia,
l’impero cinese seguirà il suo impressionante processo
ascendente. Si impadronirà di tutte le possessioni russe
in Asia, e solamente si troverà davanti un altro colosso,
l’impero nipponico, che, come quello tedesco, raggiunge
ora un’epoca di apogeo imperiale».
Nel nono libro della versione più
ampia di La Matemètica de la Història24,
Alexandre Deulofeu fa una descrizione di supposte profezie concordanti
trovate nella Gran Piramide e nella Bibbia, che dopo confronta con
quello che la sua teoria gli permette prevedere. Questo nono libro
avrebbe dovuto essere pubblicato poco dopo la sua morte, avvenuta
nel 1978, ma la pubblicazione fu rimandata fino al 2005.
Nella pagina 193 di questo nono
libro dell’opeera più ampia della Matemàtica,
il Deulofeu ci ricorda che la cultura cinese si trova alla fine
del suo terzo ciclo, ma che un nuovo imperialismo ha iniziato la
sua fase aggressiva, e dopo avere riunificato tutta la Cina minaccia
di traboccare fino a raggiungere i territori di Israele e del Mar
Morto. Il risultato di questo straripamento sarebbe uno scontro
distruttivo fra la Germania, tutrice dell’Europa, e questo
nucleo imperialista cinese.
Anche Juli Gutiérrez Deulofeu,
nipote dell’anteriore e difensore del pensiero di suo nonno,
ci ammonisce su questo pericolo nel suo libro Alexandre Deulofeu.
La matemàtica de la història (Alexandre Deulofeu.
La Matematica della Storia)25.
Nella pagina 136 Juli Gutiérrez
menziona la sociologa Valerie Hudson che pensa che, se le cose vanno
avanti così, per l’anno 2020 in Cina ci saranno più
di 40 milioni di cinesi maschi senza compagna, cosa che produrrà
violenza, delinquenza e criminalità organizzata.
Seguiamo con la pagina 137 dove
descrive i dati della situazione interna in Cina:
«Gli analisti calcolano
che sono più di 200.000 i conflitti del lavoro che hanno
luogo in Cina dalla fine degli anni novanta. Conflitti che si
aggravano a misura che aumentano le differenze fra i ricchi e
i poveri. Queste differenze sociali sono molto più gravi
in una Cina che si dice ancora comunista, che in un paese capitalista
occidentale. Tant’è così che in Cina attualmente
ci sono oltre dieci milioni di schiavi, cioè persone che
ricevono il cibo in cambio per il loro lavoro, ma che non hanno
alcun salario. Ma la situazione dei 40 milioni di disoccupati
è ancora peggiore: vagano per le strade delle città
principali del nord-est del paese cercando una opportunità
per poter sopravvivere. Di fatto avranno poche opportunità,
dato che si prevede che prima del 2007 il numero di disoccupati
si moltiplicherà per tre».
Juli Gutiérrez va avanti
e ci ricorda:
«Per evitare che ci sia
una convulsione sociale dalle conseguenze imprevedibili, così
come hanno fatto il resto di imperi, la potenza cinese cercherà
fuori quello che non puo ottenere a casa sua. Già l’aveva
annunciato il Deulofeu, e la realtà interna del paese gli
da la ragione. La catastrofe è imminente»26.
Il caso
degli Stati Uniti di America.
Alexandre Deulofeu diceva che Stati
Uniti di America costituiscono un imperialismo nella sua fase federale,
dove la società è divisa fra capitalisti e proletari,
queste ultime espressioni prese dalla terminologia del Deulofeu.
Egli scrive:
«... Al giorno d’oggi
gli Stati Uniti hanno raggiunto il momento culminante dello splendore
e la gloria del primo processo aggressivo. Sono momenti in cui
gli imperi danno l’impressione di essere invincibili, e
lo sarebbero infatti se non portassero dentro di sé il
seme della disintegrazione e della catastrofe. Che cosa è
successo all’impero americano? Né più né
meno che quello che è successo agli altri imperi nel momento
equivalente. I sintomi sono perfettamente visibili. Da un lato
l’accumulo delle ricchezze nelle mani di una classe; dall’altro,
lo scontento della classe operaia. Sono queste circostanze che
hanno condotto tutti gli imperi alla lotta violenta di classi,
ed hanno determinato la loro caduta nelle mani di un dittatore
all’inizio della fase unitarista. Oggigiorno, i cammini
che portano il gran impero americano per queste strade pericolose
sono ben visibili. Gli scioperi innumerevoli ci mostrano la separazione
che esiste fra il capitale e il lavoro negli Stati Uniti. L’odio
fra i capitalisti e i lavoratori si accentuerà e porterà
fatalmente alla lotta armata. Approfittando una guerra esterna,
il proletariato americano si alzerà contro la classe dirigente,
come già fece il proletariato tedesco nella guerra del
1914-1918. Allora la grande potenza americana patirà disgrazie
senza fine. Gli orrori della rivoluzione francese si ripeteranno
moltiplicati in proporzione alla numerosa popolazione americana.
Sopravverrà una gran depressione seguita da un’invasione
esterna. Ci saranno anni di distruzione, di esaurimento e di lotta
fra le fazioni opposte. Questo stato porterà all’instaurazione
di un potere assoluto e di nuovi sogni di conquista e di egemonia
universale. Di conseguenza ci sarà una nuova tragedia per
l’umanità»27.
Qui egli descrive una depressione
che può portare gli Stati Uniti ad una tripla guerra civile:
di classi sociali opposte, di etnie opposte, e di leader opposti.
Sarebbe l’equivalente della Guerra di Successione dell’imperialismo
spagnolo o della Rivoluzione Francese dell’imperialismo francese.
Da questo scontro si avrebbe una fazione vittoriosa, si stabilirebbe
uno Stato su basi unitarie e si inizierebbe un’espansione
aggressiva assolutista, (l’equivalente al Napoleone francese
o al Hitler tedesco), che si fermerebbe solo con una disfatta militare
che dissuaderebbe questo imperialismo dal conquistare tutto il mondo,
per entrare poi nella fase di apogeo di questo imperialismo, di
tendenza paternalista, dove si limiterebbe a conservare le possessioni
che ha già.
Il caso
dell’imperialismo spagnolo.
Nel 2029 l’imperialismo spagnolo
compirà 550 anni di esistenza28.
Bisogna ricordare che 550 anni è la durata media degli imperialismi
secondo il Deulofeu, ma la situazione di questo territorio nel ciclo
della civiltà si trova ancora nella fase di grande unificazione,
precisamente nel momento di massima depersonalizzazione dell’essere
umano29.
Questo fa prevedere una mancata intesa fra le diverse nazioni che
compongono la Spagna, che smetteranno la loro dipendenza dal corpo
imperialista al quale sono ancora addossate per diventare parte
di una Europa sotto la protezione tedesca.
Facendo uno sforzo di previsione,
è evidente che, con buona volontà da parte di tutti,
si possono trovare diversi tipi di soluzioni, in tal modo che i
possibili conflitti menzionati, che si possono prevedere grazie
alla teoria ciclica di Alexandre Deulofeu, abbiano il minimo possibile
di conseguenze dannose. Ma in questo testo cercheremo di chiarire
come si potrebbero risolvere d’accordo con le informazioni
fornite dallo stesso Alexandre Deulofeu, e, in più, utilizzando
il modello politico, economico e sociale di Agustí Chalaux
de Subirà.
Agustí
Chalaux e Horace Finaly.
Agustí Chalaux de Subirà
(1911-2006) era un adolescente inquieto che quando aveva quattordici
anni ascoltò una conferenza titolata Il ruolo dei banchieri
nella società. L’oratore era il banchiere Horace
Finaly, presidente della Banque Nationale de Paris et des Pays-Bas
(Paribas).
Agustí Chalaux (1911-2006).
Al momento delle domande, Agustí
Chalaux chiese la parola e finito l’atto il Finaly si occupò
personalmente del giovane Agustí.
Durante quattordici anni tutti
e due si trovavano nella casa del banchiere, e questi gli spiegava
i fatti, le cognizioni, e informazioni dello sconosciuto mondo interno
del suo mestiere.
Tre anni dopo quel primo incontro,
in uno dei colloqui periodici successe un fatto di importanza capitale,
che lo stesso Agustí ci racconta:
«L’incontro era alle
otto e mezza di sera nell’ufficio del Finaly. Quando arrivai,
un cortese domestico mi informò che monsieur Finaly
era molto dispiaciuto di non potermi vedere immediatamente, dato
che aveva una riunione importante, e mi pregava di attenderlo
in biblioteca.
Al principio mi dedicai a sfogliare
i libri. Dopo, mi misi al suo scrittoio e in modo meccanico confermai
che i cassetti erano aperti. Le proteste della mia coscienza non
mi impedirono di trovare il coraggio di rigirare i cassetti. Era
tutto ben ordinato in cartelle coi loro titoli, tutte molto interessanti.
La mia astuzia di adolescente aveva la precauzione di mantenere
le cartelle nello stesso ordine in cui le avevo trovato. In fondo
all’ultimo cassetto trovai una cartella confidenziale.
Ne lessi il contenuto senza capire gran che, infatti si trattava
di cose molto nuove per me. Era il rendiconto di una riunione
importante svoltasi a Parigi nel 1919. ricordo che i presenti
esclusivi della riunione erano J.P. Morgan, sir Henry Deterding,
e Finaly che era l’anfitrione. Nella riunione c’erano
solo loro, ma ogni tanto chiamavano esperti diversi, i cui nomi
non ricordo, e chiedevano chiarimenti. La cosa più interessante
per me fu un riassunto che c’era alla fine del documento.
Il riassunto conteneva due punti:
Primo. Secondo
gli esperti, ma anche secondo l’opinione generale dei grandi
economisti di prima e durante la guerra del 1914, le scorte d’oro
solo permettevano coprire le spese belliche durante tre mesi.
Per vincere questa difficoltà i banchieri internazionali
avevano suggerito ai governi che si abbandonasse la convertibilità
in oro delle rispettive monete in carta, al meno all’interno
di ogni Stato.
Secondo. Se
la carta-moneta, svincolata dall’oro, che era stata decantata
e realizzata durante la guerra, ora, terminata questa, veniva
razionalizzata, questo fatto permettrebbe ai banchieri
internazionali e ai responsabili delle classi abbienti –
secondo gli esperti – di guadagnare di più che se
si manteneva la moneta disinformativa e anonima vigente
in quel momento e che lo è ancora oggi.
Conclusione.
La decisione dei riuniti fu che non erano interessati a razionalizzare
la carta moneta scritturale irrazionale vigente perche, in primo
luogo, di denaro ne avevano già abbastanza, e, secondo,
la carta moneta razionale attuale permetteva il gioco (sporco)
della plutocrazia mondiale.
Mentre mi trovavo immerso nella
lettura appassionante di questo rendiconto mi arrivò un
ceffone inaspettato che mi buttò a terra. Durante alcuni
istanti no seppi cosa mi fosse successo. Dopo, il Finaly, con
un’attitudine diversa, mi aiutò gentilmente ad alzami
e si scusò con me. Mise l’accento sulla mia indiscrezione
di fronte alla fiducia che mi aveva dimostrato lasciandomi solo
nella sua biblioteca con i cassetti aperti. Disse che neanche
un domestico avrebbe osato fare quello che io avevo fatto (cosa
di cui dubito, ma sicuramente egli aveva più spie a casa
degli altri che all’opposto).
Dopo l’incidente facemmo
cena e nessuno seppe dell’esagerata reazione del Finaly.
Durante la cena mi chiese che cosa avessi capito del rapporto
che avevo letto.
Risposi che quasi nulla.
– La parola che mi
ha più colpito è stata «plutocrazia».
– Poco a poco, disse,
ti spiegherò tutto.
Quel giorno non mi spiegò
nulla. Più avanti si lasciava trascinare dalla tentazione
di confidarsi con me su tutti quei temi così entusiasmanti.
Si compiaceva di aprire la sua mente più nascosta ad un
adolescente assetato che, con una scura intuizione, aveva indovinato
l’importanza di un’informazione mantenuta nascosta
da quella casta superiore dei grandi banchieri. Il Finaly
aprì la mia mente a colpi di scure...
La passione risvegliata da tutte
queste scoperte mi fece iniziare gli studi di economia a Parigi.
Il Finaly si burlava dei problemi che mi causavano gli studi,
giacchè considerava molto poco scientifiche le conoscenze
di economia che venivano insegnate all’università.
Consigliato da lui, e compiendo
il desiderio di mio padre, mi iscrissi nella Scuola di Chimica
di Mulhouse. In questa scuola misero sottosopra tutta la mia retorica,
tutto il mio modo di pensare idealista. Mi dissero: i fenomeni
vengono studiati con un metodo preciso, indipendentemente dalle
tue convinzioni etiche, dagli ideali trascendenti, dalle ideologie
e dalle passioni che tu possa avere. Un fenomeno è un fenomeno,
una cosa oggettiva che puo essere studiata e documentata. Quando
ti centri nello studio de un fenomeno non devi fare altro. La
logica serve per studiare i fenomeni e per nient’altro.
La logica non è un campo di concentramento, puoi entrare
ed uscirne quando vuoi, non come la religione. Quando esci dalla
logica, fai quello che vuoi, per la vita di ogni giorno non ti
serve a nulla. Quest’istruzione basica mi è
servita di molto nella vita.
La scoperta di questo metodo
scientifico, preciso e rigoroso, applicato ai fenomeni
fisici e chimici, mi permise di iniziare a impostare lo studio
dei fenomeni sociali ed economici con una precisione e un rigore
simili»30.
Agustí
Chalaux e Lluís Maria Xirinacs.
Agustí Chalaux visse le
sue esperienze politiche dapprima nel mondo del catalanismo di sinistra,
e dopo nel movimento libertario, dove verificò, durante i
fatti rivoluzionari del 1936 in Catalogna, l’inutilità
degli ideali se non sono accompagnati da soluzioni precise e rigorose.
L’occupazione sovietica dell’Ungheria
nel 1956 convinse Agustí Chalaux che la violenza rivoluzionaria
era inutile, dato che con la violenza lo Stato è praticamente
indistruttibile, perche ha tutti i mezzi per mantenersi.
Negli anni 1979 e 1980 prese contatto
con l’ex senatore Lluís Maria Xirinacs, e lo convinse
a studiare un nuovo modello politico, economico e sociale alternativo
al capitalismo e al comunismo. Il Xirinacs abbandonò la politica
attiva, e con antichi suoi seguaci ed alcune altre persone creò,
insieme ad Agustí Chalaux, il Centro di Studi Joan Bardina,
che prese il nome del pedagogo innovatore Joan Bardina i Castarà.
Lluís Maria Xirinacs (1932-2007).
Antecedenti
storici del modello di Agustí Chalaux.
Il modello elaborato da Agustí
Chalaux, Lluís Masria Xirinacs, e il loro gruppo, pretende
mantenere le libertà individuali ed allo stesso tempo garantire
una minima sussistenza materiale per tutti, proponendo un regime
di trasparenza economica che renda il più possibile difficile
la corruzione, utilizzando il ricorso della telematica, senza che
la sua utilizzazione abbia a degenerare in tirannia totalitaria.
L’idea iniziale si basa sulla
constatazione che, ai tempi delle città-stato dei primi sumeri,
c’era un mercato basato nel templi che facevano la funzione
di banche, retti da sacerdoti-banchieri. Gli abitanti portavano
i loro prodotti al tempio-banca per scambiarli per unità
monetarie che restavano registrate in vari modi, fra questi le tavolette
di argilla. In quete tavolette di argilla, antesignane della scrittura,
erano indicati i nomi del venditore e del compratore, le merci e
le unità monetarie utilizzate.
Tavoletta del III millennio a.C. di una località
della Siria.
Secondo la tradizione platonica
orale dei grandi banchieri, che Agustí Chalaux aveva appreso
dal suo maestro Finaly, questo sistema diede il nome ad un’epoca
d’oro, dove la moneta non era né d’oro né
d’argento, e dove regnavano la pace e la prosperità.
La padronanza delle leghe, e la
posteriore invenzione della moneta metallica, completamente anonima,
che permette il gioco sporco, la speculazione e la corruzione, permisero
al re Sargon I di Akkad di annientare il sistema anteriore basato
sulle tavolette di argilla e cominciare una corsa di imperialismi
successivi che è andata avanti fino ai nostri giorni. Gli
imperialismi e la corruzione económica fecero assieme la
loro entrata.
Il modello
politico, economico e sociale di Agustí Chalaux.
Il concetto è di creare
un sistema di trasparenza informativa mercantile come quello che
utilizzavano gli antichi sumeri, lasciando da parte le monete e
banconote anonime attuali, ma utilizzando i mezzi tecnici offerti
dai sistemi telematici moderni.
Con questo sistema tutte le operazioni
commerciali vengono realizzate per mezzo di un contratto chiamato
fattura-assegno, dove sono riportati i dati del venditore,
del compratore, le merci e le unità monetarie utilizzate.
Questa fattura-assegno lascia una prova giuridica dello scambio
avvenuto31.
(Area di contabilità generale).
Quantità
|
Articolo
|
N. codice
|
Prezzo unitario
|
Totale
|
15 kg.
|
Patate
|
015.24.35
|
50
|
750
|
10 kg.
|
Fagioli
|
015.49.84
|
120
|
1200
|
5 kg.
|
Arance
|
015.36.75
|
50
|
250
|
|
Totale
|
|
|
2200
|
|
5% Tassa Unica di Solidarietà Sociale
|
|
|
110
|
|
Totale generale
|
|
|
2310
|
(Area di tutela giurisdizionale).
Casa Juan |
CARTA D'IDENTITA
|
C/ Badalona, 35
|
|
08018-Barcelona
|
CLIENTE
|
Josep Coromines Andreu
|
N. collegiale: 35.426
|
Códice personale
|
ABD 380314
|
Banco Mediterráneo
|
Cassa di Risparmio
|
N. 0246
|
N. v/c ABD 359.840
|
Pagamento: immediato
|
A 30 giorni
|
|
Nota: Pagamento garantito dalla Cassa Interbancaria.
Sconto a pagare dal cliente.
|
Fattura-assegno.
Queste operazioni vengono registrate
per mezzo di una serie di reti telematiche di proprietà della
comunità, sotto il controllo di una giustizia indipendente
dai diversi organi politici esecutivi e legislativi32.
Per garantire l’indipendenza
della giustizia, questa riceve ed amministra automaticamente una
percentuale fissa di tutti i preventivi ordinari e straordinari
dello Stato. In questo sistema telematico, i dati statistici di
tutto il mercato sono a disposizione dei suoi agenti33,
mentre che i dati personali sono solo a disposizione della persona
stessa e della giustizia nel caso che si dovesse promuovere un giudizio
in cui questa sia implicata34.
Per garantire la sussistenza di
tutti gli individui del mercato, viene proposto un sistema automatico
di rendite35.
Questo puo comportare una rendita basica o salario sociale per ogni
individuo che non abbia entrate, allo scopo di eliminare la miseria
materiale.
Allo scopo di assicurare questo
sistema di rendite, si propone un’ipotesi di lavoro, chiamata
del bene comune mercantile, in base alla quale, se si applica questo
sistema economico più scientifico, si deve poter verificare
o smentire l’esistenza di una ricchezza della comunità
nata dalle invenzioni che non pagano più diritti di brevetto,
e che generano degli eccedenti di produzione che permetterebbero
inventare il danaro necessario per l’acquisto di questi stessi
eccedenti, senza creare inflazione36.
Se questa ipotesi si avvera, Agustí
Chalaux afferma che il culmine del suo modello sarebbe raggiunto
il giorno in cui le rendite della comunità fossero superiori
a quelle del mercato privato, momento in cui si raggiungerebbe quello
che lui chiama comunismo libertario.
Per ragioni di prudenza economica,
vengono mantenute delle tasse minime, in attesa di confermare o
smentire questa ipotesi, che verrebbero addebitate su ogni fattura-assegno37,
oltre ad una tassa sulla proprietà privata del suolo38.
Non faremo un riassunto completo,
ma nel resto del modello studiato da Agustí Chalaux e il
suo gruppo c’è una serie di misure destinate ad evitare
la concentrazione di potere, per esempio una separazione radicale
degli organi esecutivi e legislativi dello Stato39.
Questo determina pure l’inserimento individuale di ogni persona
entro uno solo degli statuti seguenti, a scelta: commerciale, comunitario-liberale,
o misto-artigiano40.
In questo sistema i membri dello statuto comunitario-liberale (per
esempio, maestri, avvocati e terapisti] possono offrire gratuitamente
i loro servizi, retribuiti con le rendite di origine comunitario41.
Quando Alexandre Deulofeu ci avverte
dei gravi pericoli che puo affrontare l’umanità e tutto
il pianeta, pericoli che possono provocare un ripiegamento significativo
nel nostro grado di evoluzione tecnologica, questi possibili fatti
potrebbero mandare a monte il desiderio di Agustí Chalaux
che la telematica ci offra uno strumento per stabilire un’economia
basata sulla trasparenza e che renda molto più difficile
la corruzione, il gioco sporco e gli abusi di potere.
Il modello
di Agustí Chalaux applicato alla Cina.
Agustí Chalaux diceva sornionamente:
«A me i ricchi non danno fastidio, quelli che mi danno fastidio
sono i poveri. E con i poveri ci sono due soluzioni: o si ammazzano
o si danno loro dei soldi, in questo modo smettono di essere poveri
e comprano nei negozi dei ricchi».
Di fronte alla crisi che può
soffrire la Cina come conseguenza della sua incapacità di
alimentare con prodotti basici la maggior parte della sua popolazione,
una soluzione esemplare sarebbe l’aiuto dei paesi che producono
eccedenze di derrate alimentari accettabili per i cinesi e altri
prodotti basici per la popolazione indigente delle diverse zone
della Cina.
Questa soluzione presenta un primo
problema. Questa valanga di eccedenze che dovrebbe nutrire i disoccupati
della Cina potrebbe venire interrotta e non raggiungere la sua destinazione,
com’è successo in molte spedizioni di aiuti dai popoli
dei cosiddetti stati del Primo Mondo ai popoli degli stati del cosiddetto
Terzo Mondo, per l’azione perversa di alcuni intermediari,
speculatori o funzionari corrotti.
Se si applica un sistema monetario
telematico, il cui uso sia obbligatorio e gratuito, e che includa
la Cina, – considerando l’alto livello tecnologico di
questa società – si potrà sapere automaticamente
quali sono le persone che non hanno rendite. Allora si può
inventare il danaro necessario perche, distribuito sotto forma di
una rendita basica, queste stesse persone povere possano comprare
le eccedenze, generando introiti ai negozianti finali, agli intermediari
ed agli stessi produttori che generano queste eccedenze.
Con un sistema di rendite di questo
genere si può affrontare l’annunciata crisi di risorse
finchè i cinesi stessi possano ricorrere alle loro proprie
fonti di produzione.
Il modello
di Agustí Chalaux applicato agli Stati Uniti.
Di fronte all crisi prevedibile
annunciata, Alexandre Deulofeu sosteneva la necessità che
gli Stati Uniti passassero dalla fase federale in cui si trovavano
alla fase unitaria con il minimo sconquasso possibile.
Fra una fase e l’altra potrebbe
sopravvenire una guerra civile, della quale già abbiamo parlato,
e che sarebbe necessario evitare. Alexandre Deulofeu aveva già
detto che gli esseri umani si caratterizzano per il fatto di modificare
le leggi della natura a loro vantaggio, e quindi si possono anche
modificare le proprie leggi del Deulofeu, quando queste siano conosciute
agli essere i umani.
«Ora, se paragoniamo il
processo umano con quello degli animali irrazionali, osserveremo
una differenza fondamentale che consiste nel fatto che questi
non sanno uscire dal loro determinismo, mentre che l’uomo
lo rompe costantemente. I gatti e i cani da sempre si difendono
con le unghie o i denti, mentre che l’uomo modifica costantemente
i suoi mezzi di difesa. Allo stesso modo gli animali fin dall’origine
si spostano di luogo sulle zampe, mentre che l’uomo ha scoperto
altri mezzi di locomozione. Un fenomeno simile succede con le
piante. Considerate collettivamente, continueranno il loro ciclo
evolutivo in modo identico lungo i secoli, mentre non vi siano
modifiche nel sistema solare, ma l’uomo, a misura che scopre
le leggi della Natura, modifica il suo modo di vita e progredisce.
Quindi, perchè non dovrebbe progredire l’umanità,
presa nel suo insieme il giorno in cui scoprirà le leggi
che reggono la vita delle comunità?»42.
Fra altre misure, il Deulofeu proponeva
la cessione delle grandi fortune degli Stati Uniti allo Stato, il
passaggio ad una struttura unitaria con un governo forte, e la rinuncia
alle ambizioni di conquista, perche potesse avere luogo il passaggio
da un sistema ad un altro43.
Lo stabilimento del modello di
Agustí Chalaux in una società avanzata como quella
degli Stati Uniti di America permetterebbe stabilire un sistema
economico molto più scientifico e razionale che quelli dell’attualità,
senza ricorrere alla statalizzazione delle grandi fortune, ma stabilendo
un mercato libero e allo stesso tempo trasparente, dove si permette
una conoscenza precisa dei dati statistici del mercato alla portata
di tutti, facendo sí che le reti monetarie telematiche, e
la capacità di inventare danaro (che finora era nelle mani
di una istituzione privata come la Riserva Federale) siano a partire
da quel momento di titolarità publica e della comunità.
I settori sociali senza alcun introito
dentro gli stessi Stati Uniti potranno allora usufruire di questi
redditi per acquistare le eccedenze di prodotti basici, eliminando
la miseria materiale e allontanando così il fantasma della
guerra civile.
I popoli
dell’antico imperialismo spagnolo.
Sia Alexandre Deulofeu44,
sia Agustí Chalaux45,
sia il discepolo di quest’ultimo Lluís Maria Xirinacs46
sono sostenitori della struttura confederale di organizzazione politica
per risolvere le differenze fra tutte le nazioni e i popoli della
Terra.
Sapendo che l’imperialismo
spagnolo, come noi lo conosciamo, ha una data approssimata di scadenza
di cinque secoli e mezzo, possiamo risparmiarci i conflitti impliciti
in quesa scadenza permettendo che i diversi popoli iberici che vogliano
entrino, pacificamente e in modo indipendente, come stati di pieno
diritto dentro le istituzioni europee.
Nel capitolo XIX e ultimo del suo
primo libro, Catalunya i l’Europa futura (La
Catalogna e l'Europa futura), il Deulofeu dice: «nell’Europa
del futuro ci sarà una vera Società delle Nazioni,
che renderà impossibili i conflitti armati internazionali»47.
Alexandre Deulofeu già ci
aveva detto che il divenire naturale dei popoli è l’alternanza
fra periodi creativi di frammentazione, e periodi di grande unificazione
dove non c’è creazione nuova, ma dove si trasmette
la creazione dei periodi precedenti. La struttura confederale, con
la sua flessibilità, permette quindi il passaggio pacifico
ma necessario di quest’evoluzione naturale da un periodo all’altro
e viceversa, in ognuno dei luoghi dove si producono questi cambiamenti.
L’apogeo del processo politico
planetario si avrà finalmente con la Confederazione Mondiale,
in cui tutte le nazioni della Terra, senza eccezione, manterranno
la loro libertà, ma gemellate in un progetto politico comune
che allontanerà lo spettro della guerra dalla faccia del
planeta.
C’è
cibo sufficiente per tutti.
Dai tempi dell’economista
Thomas Robert Malthus (1766-1834), una delle preoccupazioni maggiori
dei demografi è stato l’aumento della popolazione mondiale
e la possibilità che non ci siano alimenti sufficienti sul
planeta per tutti i suoi abitanti.
Malthus diceva che l’aumento
della produzione di alimenti avveniva secondo una proporzione aritmetica,
mentre che l’aumento della popolazione ai suoi tempi avveniva
secondo una proporzione geometrica. Se la tendenza fosse stata uguale
il numero di esseri umani sulla Terra poteva arrivare ad essere
eccessivo per la capacità di questa di produrre alimenti.
Nel 1929, Warren Thompson48
ed altri dopo di lui scoprirono che nelle nazioni più sviluppate
si produceva un modello di transizione demografica, dove queste
passavano da una situazione con tassi elevati di natalità
e mortalità, ad una situazione di natalità e mortalità
basse, frutto del loro sviluppo economico.
Questo modello di transizione demografica
si è esteso ad altre nazioni, con la particolarità
che queste ultime accelerano le tappe in rapporto alle prime ad
arrivare. Se la situazione va avanti senza grandi variazioni, è
prevedibile che la popolazione mondiale si stabilizzerà attorno
all’anno 2050.
Inoltre, il gruppo del dottore
in agroecologia Peter Rosset ci dimostra che il territorio di ogni
stato è sufficiente per produrre gli alimenti necessari per
la sua popolazione, persino negli stati più popolosi. Di
fatto, produciamo il doppio del necessario, per questo egli propone
di distribuire bene quello che viene prodotto, di non impiegare
tecnologie che vadano contro l’habitat, di rafforzare le piccole
proprietà, che sono in verità le più produttive,
e di rispettare la sovranità di ogni stato49.
In questa buona distribuzione del
cibo, la soluzione menzionata, proposta dal gruppo di Agustí
Chalaux, puo diventare uno strumento molto efficace.
Lo sfruttamento
intensivo dei mari e degli oceani.
Oltre alle proposte di soluzioni
degli autori menzionati, la necessità di nutrire di cibo
l’umanità può essere garantita ancora di più
con lo sfruttamento intensivo dei mari e degli oceani.
Nel paleolitico l’essere
umano viveva del suo lavoro di cacciatore, raccoglitore e approfittatore
di carogne in terra ferma. La rivoluzione neolitica segnò
il passaggio ad uno sfruttamento della terra basato sull’agricoltura
e l’allevamento.
Attualmente gli esseri umani continuano
ad applicare in prevalenza un sistema simile a quello del paeolitico
per sfruttare i nostri mari, basato nella pesca e la raccolta. Si
parlerebbe quindi di smettere di depredare i vegetali e gli animali
marini selvaggi, e stabilire ampie zone di coltivazione di varietà
vegetali e di allevamento di animali marini, lasciando il resto
delle acque agli ecosistemi naturali.
Con questi sistemi si potrebbe
risolvere l’approvvigionamento di cibo degli esseri umani
senza esaurire gli ecosistemi naturali, finche tutti i popoli della
Terra abbiano compiuto il loro modello di transizione demografica
e si stabilizzi la popolazione umana sopra il pianeta.
Non è quindi il caso di
pensare che dobbiamo lasciare che i possibili conflitti previsti
da Alexandre Deulofeu ci servano per provocare una riduzione della
popolazione mondiale e quindi permettere alla lunga il suo sostentamento.
Riciclaggio,
energie rinnovabili e rispetto per gli ecosistemi.
Si alzano molte voci avvertendo
della necessità di una trasformazione dei sistemi di produzione
e di consumo degli esseri umani basata su fattori ecologici.
Il primo fattore necessario è
il riciclaggio della materia. Se gli umani prendiamo in considerazione
i cicli della materia nel momento di produrre e consumare, produciamo
soltanto prodotti riciclabili e ricicliamo tutti i rifiuti, allora
da un punto di vista materiale il pianeta non finirebbe mai.
Il secondo fattore è l’utilizzazione
esclusiva di energie rinnovabili. Se gli umani utilizziamo soltanto
energie rinnovabili, smettiamo di utilizzare le energie fossili
e quelle di tipo nucleare, e stabiliamo l’uso delle energie
dette libere, nel caso che si dimostri la loro efficacia, allora
da un punto di vista energetico vivremo pure in un’abbondanza
illimitata50.
Il terzo fattore è il rispetto
per gli ecosistemi naturali. Sia nella tera ferma come nei fiumi,
mari e oceani, gli esseri umani devono rispettare gli ecosistemi
naturali che permettono pure la nostra sussistenza.
Un sistema economico più
scientifico, che renda responsabili le persone, come quello enunciato
da Agustí Chalaux, può aiutare decisamente all’applicazione
progressiva di queste esigenze ecologiche che abbiamo menzionato.
Ma lo stesso Agustí ci avverte:
«Perche i rapporti dell’uomo
con la natura cambino di direzione, passino dall’attuale
orientazione possessiva e distruttiva ad una di rispetto ed ammirazione,
è necessario un cambiamento radicale di mentalità
che richiede tempo e che non si può improvvisare per legge.
Qui le strutture sociali libertarie possono aiutare ad accelerare
il processo. Una società chiara e trasparente, monetariamente
responsabile, con molto tempo libeero, con abbondanza di produzione
e con una gran solidarietà comunitaria verso i bisognosi,
è una società che non pone ostacoli alle idee, agli
esperimenti sociali, che non condiziona le mentalità, ma
le lascia libere e le aiuta nelle loro iniziative, e per tanto
promuove il cambio e la trasformazione sociale»51.
Allo stesso tempo, l’applicazione
di queste soluzioni tecniche menzionate ora renderebbero più
facile la realizzazione del modello economico del Chalaux verso
quello che lui chiama il comunismo libertario.
Conclusione.
Alexandre Deulofeu con la sua teoria
ci avverte dei possibili pericoli, e con il suo lavoro attivo per
la pace ci da l’esempio. Agustí Chalaux e il suo gruppo,
parallelamente, ci danno uno strumento assieme al loro modello.
Con questo strumento e le soluzioni
manifestate possiamo superare queste sfide, dimostrando, se raddrizziamo
la rotta dell’umanità, finora egoista a breve termine,
che meritiamo di continuare ad esistere. Dopo di ciò potremo
far ascendere il nostro pianeta e l’umanità nel cammino
dell’evoluzione collettiva.
Brauli Tamarit Tamarit.
Barcellona, lunedì 8 marzo 2010.
Traduzione: Loto Perrella.
Ringraziamo l’aiuto delle persone
che hanno fatto rettifiche e correzioni a questo documento.
Pdf attivo.
Testo tratto dal sito web:
http://deulofeu.org/Opinions/Alexandre_Deulofeu_-_Deulofeu_Chalaux_-_Marti_Olivella_-_Brauli_Tamarit_italiano.htm
Alexandre Deulofeu web: http://deulofeu.org
.
Note:
1In
questo testo, al posto della parola impero, usata dal Deulofeu,
utilizzeremo il vocabolo imperialismo, che è la
parola utilizzata da Agustí Chalaux. Quest’ultimo sostiene
la necessità di utilizzare un linguaggio completamente univoco
nello studio e l’applicazione delle scienze sociali. Lasceremo
intatte le citazioni testuali. Secondo il Chalaux, gli imperi sono
costituiti liberamente dalle nazioni che si uniscono per cercare
sostegno e protezione... mentre che gli imperialismi vengono costituiti
per la forza con delle nazioni sottomesse al più forte. Secondo
il Chalaux, la maggior parte di quelli che storicamente vengono
definiti como imperi, di fatto sono degli imperialismi.
2Alexandre
Deulofeu, Memòries de la revolució, de la guerra
i l’exili (Memorie della rivoluzione, della guerra
e dell’esilio), volume 1, pagina 14.
3Ibid.,
pagina 15.
4Ibid.
pag. 16.
5Ibid,
pag. 22.
6Ibid.,
pag. 23.
7Ibid.,
pag. 25.
8Ibid.,
pag. 30.
9Ibid.,
pag. 35.
10Ibid,
pag. 43-44.
11Ibid.,
pag. 110.
12Ibid.,
pag. 116.
13Ibid.,
pag. 126.
14Alexandre
Deulofeu, Naixement, grandesa i mort de les civilitzacions
(Nascita, grandezza e morte delle civilità), pag.
61, edizione catalana del 1970.
15Ibid.,
pag. 81.
16Ibid.,
pag. 90.
17Ibid.,
pag. 121.
18Che
chiameremo imperi se è stata costituita liberamente.
19Ibid.,
pag. 121.
20Alexandre
Deulofeu, La Matemàtica de la Història (La
matematica della storia) libro scritto nel 1948, pubblicato
nel 1951, e basato su un opera più vasta finita nel 1945.
21Pag.
196.
22Víctor
José Fernández Bolívar, Los principios
matemáticos-históricos y la evolución de la
libertad (I principi matematico-storici e l’evoluzione
della libertà).
23Nacimiento,
grandeza y muerte de las civilizaciones (Nascita, grandezza
e morte delle civiltà), pag. 204, del 1956.
24Alexandre
Deulofeu, Les cultures irano-sumèria-caldea, hitita i
egípcia (Le culture irano-sumeria-caldea, ittita
ed egizia).
25Llibres
de l’Índex / Neopatria, 2004.
26Juli
Gutiérrez Deulofeu, Alexandre Deulofeu. La matemàtica
de la història (Alexandre Deulofeu. La Matematica
della Storia), pag. 137.
27Alexandre
Deulofeu, La matemàtica de la història (La
Matematica della Storia), prima edizione del 1951, seconda
edizione del 1967, pagine 203 e 204.
28Il
1479 è l’anno in cui i Re Cattolici diventarono re
dei loro regni rispettivi.
29Alexandre
Deulofeu, Naixement, grandesa y mort de les civilitzacions (Nascita,
grandezza e morte delle civiltà), pag. 127.
30Agustí
Chalaux, Notes autobiogràfiques (Note autobiografiche).
31Magdalena
Grau Figueras, Agustí Chalaux de Subirà, Assaig
sobre moneda, mercat i societat (Saggio su moneta, mercato
e società, edizione dell’anno 2000, capitolo 4,
paragrafo 1, pag. 69.
32Ibid.,
capitolo 6, pag. 89-90.
33Ibid.,
capitolo 13, paragrafo 2, pag. 139.
34Ibid,
capitolo 6, pagina 90.
35Ibid.,
capitolo 14, paragrafo 4, pag. 151.
36Ibid.,
capitolo 22, pag. 226-227.
37Ibid.,
capitolo 7, pag. 93.
38Ibid.,
capitolo 14, paragrafo 5, pag. 155.
39Ibid.,
capitolo 11, pag. 124.
40Ibid.,
capitolo 10, pag. 117-118.
41Ibid.,
capitolo 16, paragrafo 3, pag. 182.
42Alexandre
Deulofeu, La matemàtica de la història (La
Matematica della Storia), pag. 213, prima edizione del 1951,
seconda edizione del 1967.
43Ibid.,
pag. 34.
44Il
suo libro Catalunya i l’Europa futura (La Catalogna
e l'Europa futura).
45Il
suo libro Assaig sobre moneda, mercat i societat (Saggio
su moneta, mercato e società).
46Durante
il Senato Costituente degli anni 1977-1979 nello Stato spagnolo,
il gruppo del senatore indipendente per Barcellona Lluís
Maria Xirinacs, raccogliendo anche delle proposte popolari, progettò
una costituzione confederale per l’insieme delle regioni della
Spagna. Questo testo fu pubblicato in catalano e spagnolo nei libri
Constitució, paquet d’esmenes, e Constitución, paquete de enmiendas (Costituzione, pacchetto di modifiche),
rispettivamente. In questi libri mostra il suo progetto di costituzione
contrapposto al testo uscito dal Congresso dei Deputati, che non
è esattamente il testo finale votato in referendum. Fallito
questo tentativo, il Xirinacs difese l’indipendenza delle
regioni catalane rispetto alla Spagna, la Francia e l’Italia,
ma continuó la difesa del modello confederale applicato a
tutti i livelli politici, compresi i continenti come l’Europa,
e tutto il mondo. Qui egli rivendica un albero di assemblee costituito,
in senso ascendente, dagli individui, le diverse nazioni vernacole,
come le Regioni Catalane, fino alle assemblee europea e mondiale.
47Pag.
300.
48W.
S. Thompson, Population. American Sociological Review 34
(6): 959-975]
49Peter
Rosset, World hunger: 12 myths, menzionato nell’articolo
di Imma Sanchís Todo
país puede alimentar a su gente (Qualunque paese puo nutrire la sua gente). La Vanguardia, sabato
16 aprile 2005. La Contra, pag. 76.
50Esempio:
rapporto di Greenpeace Renovables 2050, del 23 novembre
2005, menzionato negli articoli di stampa: Ángela Rodríguez.
Catalunya
té energia neta en abundància (La Catalogna ha dell’energia pulita in abbondanza). Metro Directe,
mercoledì 23 novembre 2005, e Renovarse
o agotar la naturaleza (Rinnovarsi o esaurire la natura). Metro Directe, venerdì 25
novembre 2005.
51Magdalena
Grau Figueras, Agustí Chalaux de Subirà, Assaig
sobre moneda, mercat i societat (Saggio su moneta, mercato
e società), edizione dell’anno 2000, capitolo
18, paragrafo 3, pag. 204.
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