Alexandre Deulofeu: «Comme
arriveremo ad una confederazione universale?».
Capitolo XIX del libro «La Catalogna e l'Europa del futuro», di Alexandre Deulofeu i Torres, pubblicato nel 1934 e di nuovo nel 1978.
Comme arriveremo ad una confederazione universale?
Quale dovrebbe essere la futura organizzazione mondiale? Evidentemente una federazione volontaria di popoli liberi, dove tutti abbiano la stessa categoria e, quindi, la stessa autorità.
Come possiamo arrivarci? Evidentemente, per un'evoluzione naturale, che già si sta portando a termine per due diverse vie:
- 1º Attraverso la
disintegrazione degli imperi e
susseguente liberazione delle nazionalità sottomesse, che
faranno parte al
principio di una federazione parziale. È questo il caso della
disintegrazione
dell'impero austro-ungherese, che diede luogo alla liberazione dei
cechi, degli
slovacchi e dell'Ungheria. I primi due si unirono volontariamente per
costituire una repubblica, nella quale ognuno dei due popoli gode della
piena
libertà. La rivoluzione russa diede luogo alla creazione della
Federazione di
Repubbliche Sovietiche. Altri popoli, come l'Estonia, la Lituania, la
Lettonia,
divennero del tutto indipendenti, ma oggigiorno già si
intravvede la futura
federazione dei popoli baltici. L'Ungheria, la Polonia e l'Austria
restano
pienamente indipendenti.
- 2º I popoli sottomessi
raggiungono un regime
autonomico entro l'impero, e questo a sua volta lentamente volge ad un
regime
federale fino ad annullare del tutto la supremazia del popolo che fino
allora
aveva avuto l'egemonia. Come esempio osserviamo che in Spagna il
rovesciamento
della monarchia è stato seguito dall'instaurazione di una
repubblica
federabile, nella quale in primo luogo la Catalogna dichiarò la
sua autonomia.
Oggigiorno nessuno ignora il
movimento
nazionalista basco, che finalmente otterrà un regime autonomico
per la regione
basca e per la Navarra. Lo stesso succederà con la Galizia,
Valencia, Mallorca,
e probabilmente l'Aragona, e forse altri popoli della Spagna.
Quest'evoluzione
ha solo bisogno di tempo per avverarsi.
Appena i popoli autonomi
raggiungeranno il loro
apogeo, creeranno una federazione di repubbliche ispaniche, costituita
dalla
repubblica catalana, la castigliana, la galiziana, quella di Valencia,
di
Mallorca, la portoghese, o da subfederazioni, come la federazione
catalano-valenciana-baleare, federata a suo tempo con la
galiziano-portoghese,
la castigliano-leonese, la basco-navarrese, ecc. Queste subfederazioni,
all'interno delle quali le repubbliche avranno un regime di
libertà, limitato
solo dalla loro volontà, nomineranno i rispettivi rappresentanti
per la
costituzione di un parlamento generale, che si riunirà
alternativamente nelle
diverse capitali di ogni repubblica, e che si occuperà degli
affari
internazionali che le federazioni parziali gli vorranno concedere.
Probabilmente la stessa cosa
succederà nelle isole
britanniche con l'Irlanda, l'Inghilterra, il Galles e la Scozia, e in
Francia
con la federazione di repubbliche occitane e le repubbliche della
Bretagna, la
Normandia, la Île-de-France, ecc. Queste federazioni avranno, a
somiglianza
della U.R.S.S., un articolo di legge che dirà: Le repubbliche
federate hanno il
diritto di separarsi a volontà dalla confederazione. Sarà
sparito il concetto
antiquato di patriottismo spagnolo, francese, ecc. La Spagna e la
Francia, ed
altre potenze decadenti, saranno sostituite dai raggruppamenti dei
popoli
federati. Siccome non ci sarano pregiudizi sciovinisti, sarà
naturale che i
popoli abbiano la tendenza a sopprimere gli ordinamenti doganali, e
logicamente
la federazione iberica, con le federazioni di altri paesi, tnderanno a
stabilire un parlamento comune, nel quale saranno rappresentati ognuno
dei
popoli federati.
Se ampliamo la confederazione,
raggiungeremo
l'ideale supremo rappresentato da una moltitudine di popoli liberi, con
i loro
governi e parlamenti, e con un superparlamento, costituito da un
rappresentante
di ognuna delle piccole repubbliche europee, che avrà per scopo
fondamentale il
mantenimento della pace fra le nazionalità confederate.
Come si puo evitare in modo
assoluto la
possibilità di un conflitto armato? In modo molto semplice. Ogni
repubblica
avrá un servizio di ordine pubblico, e questo servizio
dipenderà dal parlamento
generale sempre che ce ne sia bisogno. È comprensibile
però che questo non
succederà mai, per la semplice ragione che la sua forza
sarà immensa davanti a
uno qualunque dei popoli federati. Nel caso di divergenza fra due
stati, la
causa del litigio sarà portata al parlamento e verrà
risolta democraticamente
secondo i voti della maggioranza. Evidentemente, la decisione
sarà rispettata
immediatamente per un senso democratico, ed anche perche non ci
sarà nessun
capo di stato particolare sufficientemente forte da opporsi a tutto
l'esercito
internazionale. Inevitabilmente, si finirà con l'adottare una
lingua
internazionale perche, di fronte all'esistenza di oltre duecento lingue
ufficiali, diventerà assolutamente imprescindibile l'uso di una
lingua unica
nelle delibere del parlamento generale. Questa lingua potrà
essere l'esperanto,
o qualunque altra lingua che non sia fra quelle dei popoli federati,
per
evitare diffidenze.
L'Europa si avvia velocemente verso
un regime
politico simile a quello compreso nel grafico degli anni 350-100 a.C.
per l'Età
Antica, e degli anni 800-1500 del Medioevo. La differenza con queste
epoche è
che allora esistevano molte federazioni parziali e piccole
nazionalità libere,
senza un nucleo superiore per regolare le divergenze fra di loro,
mentre che
nell'Europa futura ci sarà una vera Società delle Nazioni
che renderà impossibile
lo scoppio di conflitti armati internazionali.
Link correlati:
La piramide politica planetaria.
La scuola di lingue del medico di Bordeaux. Agustí Chalaux de Subirà.
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