Agustí Chalaux de Subirà.
I nobili ideali di Pace,
Libertà e Giustizia nel mondo devono trovare delle strutture culturali,
economiche, sociali e politiche adatte per potersi manifestare e
sviluppare.
A partire dalla
non-violenza intelligente e attiva, la lotta per raggiungere questi
ideali non può consistere soltanto in attitudini di denuncia
dell’ingiustizia, dell’oppressione e della guerra. La non-cooperazione
e la disubbidienza civile ci devono portare ad un programma
costruttivo, ad una alternativa concreta.
Una lotta esclusivamente
«anti» qualche cosa, senza un ambito globale alternativo di
riferimento, spesso risulta sterile. Non resta chiaro che la sola
convergenza di molti gruppi che attuano delle lotte determinate
(pacifisti, ecologisti, femministi, antimilitaristi, naturisti...)
possa conformare un movimento alternativo, capace di creare un nuovo
modello globale di società.
Non sembra neppure
sufficiente l’annuncio di un modello di valori, di pensiero, di
rapporti, per costruire una nuova civiltà. Il cambio culturale e di
mentalità è molto importante, ma senza delle strutture che lo
rafforzino farà che questo si riduca ad alcune piccole minoranze,
spesso svincolate dal livello di coscienza generale.
In questa polemica fra
strutture e ideali, possiamo far ricorso alla seguente analogia: gli
ideali sono l’energia, e le strutture sono il motore. È necessario che
gli ideali facciano funzionare le strutture, ma è altresì evidente che
sono necessarie strutture che non travolgano gli ideali, ma che li
aiutino a svilupparsi nella pratica immediata e giornaliera.
Nella ricerca di queste
strutture dobbiamo analizzare i fenomeni che le costituiscono. Possiamo
effettuare un approccio a quest’analisi per mezzo del «metodo
scientifico sperimentale». Con questo possiamo misurare e,
naturalmente, sperimentare i fenomeni.
L’applicazione di questo
«metodo scientifico pro-sperimentale1» ha dato grandi risultati nella fisica,
la chimica, la biologia, l’elettronica, ecc. Questi risultati si
utilizzano ideologicamente e affettivologicamente a favore di o contro
la pace, la libertà, la giustizia, secondo gli interessi soggettivi dei
gruppi che controllano il processo scientifico, e soprattutto il
processo della sua applicazione tecnica. Questo procedimento
pseudoscientifico, principalmente soggettivo, viene talmente manipolato
che siamo tentati di identificare questa «scienza-tecnica» con la
contaminazione, l’armamentismo, il controllo poliziesco,
l’oppressione...
Nonostante questi
aspetti ideologici ed affettivologici così negativi e minacciosi, non
possiamo negare che l’applicazione del «metodo scientifico
pro-sperimentale» sopra i fenomeni permette di oggettivare la realtà,
svincolarla dalle ideologie e di risolvere le polemiche
pseudofilosofiche che la deformano e che vengono anche utilizzate come
strumenti di potere.
Quando un fenomeno può
essere osservato, analizzato, misurato con esattezza e sperimentato,
non vi è nessuno scienziato degno di questo nome che preferisca
continuare a considerare questi fenomeni secondo idee prestabilite,
vedute idealiste o solo seguendo un approccio statistico. Questo
atteggiamento, tipico delle scienze fisiche e biofisiche, viene
trascurato quando si devono risolvere problemi economici, sociali e
politici. Consideriamo l’organizzazione umana come si usava considerare
l’organizzazione astronomica prima di Copernico: «la Terra è il centro
dell’Universo», per definizione!
Non è sufficiente
enunciare i nostri ideali. Molto spesso vengono «classificati» come
utopici, senza analizzare le cause che li rendono tali. Cioè, non è
sufficiente enunciare la pace, la giustizia, la libertà, la società
senza classi, l’anarchia, la solidarietà, la soppressione dello
statalismo e delle strutture militaristiche, poliziesche e
amminsitrative, del danaro sommerso e del mercato nero, del
maschilismo, della contaminazione... È necessario, assieme a questi
ideali, vedere come si è sviluppato il disordine attuale nel corso
dell’evoluzione umana, e cercare le cause più importanti, generatrici
di altri disordini. È necessario trovare dei mezzi facili e pratici per
chiarire queste situazioni di disordine ad una ad una, per riuscire a
farle apparire in modo trasparente e, a suo tempo, essere capaci di
districare la matassa in modo normale.
Non è sufficiente volere
la rivoluzione, è necessario sapere come andare avanti partendo dal
presente, come incidere sulle strutture avendo a disposizione degli strumenti
concreti per risolvere ogni problema. La presa del potere, senza i
meccanismi autodistruttori del potere, lo rende eterno. Le rivoluzioni
violente presto o tardi restano imprigionate nei loro crimini e
conseguenze. Le posizioni sempliciste di classe, ideologiche o
affettivologiche2
impongono una visione idealista della realtà che distrugge molto sapere
e ricchezza accumulate dall’umanità nel corso dei secoli.
Oggi è possibile fare
una rivoluzione non violenta, attiva e intelligente, ma dovrebbe essere
una rivoluzione aperta, non settaria, per aiutare a creare nuove
regole del gioco strumentali, senza bisogno di sangue e fuoco per
imporsi. Per prendere la strada per finire con la miseria ed il potere
illegittimo su e contro le persone, è necessario offrire ai popoli dei
procedimenti pratici con risultati rapidi di solidarietà e
auto-pacificazione, che producano un ottimismo sensato ed un’elevazione
dello spirito.
A questo proposito
suggeriamo brevemente alcuni dei punti che ci sembrano fondamentali per
avanzare in modo concreto verso la pace, in libertà e giustizia.
La moneta e la telematica, due strumenti per servire
chi?
Fra tutti i fenomeni
umani, quelli che riguardano la produzione e la distribuzione di
beni utili per vivere sono quelli che determinano una gran parte
dei rapporti sociali. La ricerca della massima chiarezza nel mercato e
nella società, e della responsabilità reale personale di ogni agente
mercantile e sociale è una delle mete basilari di qualunque proposta
economica, sociale e politica.
Nel regno di «fatta la
legge, trovato l’inganno» e di «chi ha l’informazione ha il potere», il
materialismo storico ci insegna che è necessario cercare degli
strumenti concreti che facciano possibile questa chiarezza documentale
e responsabilità personale nel mercato e nella società, senza di che
tutti i cambi sono condannati a fallire: il potere sulle persone e la
miseria diventano eterni a causa del denaro anonimo,
impersonale e non responsabilizzante, multicircolante, e di
conseguenza anticontabile e antistatistico,
in sostanza antiscientifico, dunque radicalmente disinformativo.
Ci sono oggigiorno due
strumenti specialmente importanti per raggiungere l’obiettivo spiegato
più su: la moneta e la telematica
(tele-in-for-matica, cioè in-for-matica a distanza, con abbondanti reti
specializzate, sempre più numerose e meglio collegate fra di loro con
potenziali globalistica3
e cibernetica4
che sono quasi iniziate e indefinitamente perfettibili. In breve: la
telematica.
La moneta è
uno strumento inventato oltre 10.000 anni fa, per agevolare in modo
supertrasparente il libero scambio di beni utilitari fra le persone; da
non più di 4.500 anni viene utilizzato per mantenere in modo
indefinito l’oscurità informativa del mercato
e della società; permette l’anonimato, l’irresponsabilità
e la corruzione, ed è la base dell’illegittimo
potere occulto dello stato su e contro le persone, chiamato
«plutarchia». La moneta non è stata considerata negli ultimi secoli
come uno strumento decisivo per una chiarificazione e
responsabilizzazione del mercato e della società. Nell’attualità, per
mezzo di uno strumento inerte come la telematica, può finalmente
raggiungere la sua vera dimensione.
La telematica
si sta introducendo come uno strumento di potere e di oppressione su e
contro le persone, mantenendo un monopolio del sapere concentrato nelle
«banche dati». Le possibilità della rivoluzione dell’«informatica
interconnessa» sono grandiose sia per la libertà come per
l’oppressione. Una semplice opposizione «anti-informatica» non ne
fermerà l’espansione, e di fatto non impedirà neanche il monopolio
dell’informazione nelle mani dei poteri stabiliti e contro il popolo.
Essendo strumenti
inerti, la moneta e la telematica possono essere
ridefiniti dalle loro funzioni attuali al servizio dei poteri occulti,
per farli diventare strumenti efficaci al servizio dei popoli:
1. Sostituendo la
«moneta anonima» con la «fattura-assegno telematica».
La moneta anonima
permette il gioco sporco dei gruppi di corruzione, di potere, di
pressione, di repressione...; favorisce gli atti illegali ed è
disinformativa, con tutti gli effetti antisociali che ne derivano.
La «fattura-assegno
telematica» è un documento unico, scritto a mano o al computer, che
informa in modo esauriente su ogni atto mercantile elementale e
personalizza gli agenti della «compra-vendita» effettuata, facendoli
responsabili.
La «fattura-assegno
telematica» nella sua veste di fattura, registra con tutti i
parametri di qualità e quantità, la merce elementale scambiata e il suo
valore monetario, assieme al totale fatturato. Nella sua veste di assegno,
da l’ordine di pagamento per il bonifico fra conti correnti.
2. Socializzando
tutta l’informazione monetaria-telematica del mercato, eccetto i
riferimenti personali.
La «fattura assegno
telematica» permette un’intracontabilità totale. La socializzazione di
tutta l’informazione telematica del mercato, al servizio e alla portata
di tutti, permette un’elaborazione esauriente analitica-statistica che
rende possibili una strategia economica lucida e un trattamento da
scienza sperimentale per i fenomeni economici.
3. Proteggendo l’intimità individuale, familiare,
aziendale e istituzionale per mezzo di una Giustizia veramente
indipendente dallo Stato, ed unica responsabile dell’archivio
telematico personalizzato.
Il «ministero» di
Giustizia è un ministero eccedente, per mezzo del quale si fa
«pressione» sui Giudici e i Magistrati che vogliono rimanere fedeli
alla loro vocazione di indipendenza. Il risultato è che la «burocrazia5 statalista»
utilizza l’informazione telematica per la repressione fiscale e
poliziesca del popolo, senza che questo possa difendersi.
La Giustizia, diventando
realmente e finanziariamente indipendente dallo Stato, non essendo
corruttibile per mezzo del denaro anonimo, e dovendo emettere sentenze
pluridocumentate e giustificate, puo diventare un elemento di fiducia
per tutta la popolazione e per la delucidazione dei conflitti.
A modo d’indice
esponiamo qui di seguito alcuni degli elementi importanti del saggio
fatto e delle proposte che ne derivano:
La moneta in quanto unità astratta di misura.
Nelle società in cui, a
causa della complessità ed del tipo di rapporti di produzione, vengono
scambiati dei beni utilitari, appare il mercato: un luogo di
scambio di merci.
Nella misura in cui il
mercato cresce, è necessario rendere equivalenti gli scambi
delle merci: appare allora la moneta primitiva come unità
astratta di misura che, nel venire attribuita liberamene, fra due
imprenditori liberi (compratore e venditore), ad ogni merce basica
attribuisce sul mercato il valore dei prezzi, dei salari e del denaro6.
La moneta come merce concreta, con valore intrínseco.
Circa 4500 anni fa
la moneta diventa una merce concreta, con valore intrinseco – oro,
argento, rame... –, e perde il suo carattere di unità di
misura completamente astratta, che può personalizzare documentalmente.
Essendo una «terza merce concreta», la moneta metallica è risultata
essere insufficiente per far fronte ad un mercato quasi sempre in
espansione, ed ha influito in modo negativo sulle possibilità
produttive e sulla capacità di consumo e di investimento; a causa del
suo sostanziale anonimato ha permesso il gioco sporco, la
corruzione, il furto, la
simulazione, il potere occulto...
che la storia degli ultimi quattromila anni ci
conferma.
Le necessità di
finanziamento della guerra del 1914 obbligarono a svincolare la
moneta dall’oro e dall’argento. Le banconote vennero dichiarate di
corso forzoso, inconvertibili. La moneta perde allora il suo
valore intrinseco e nel corso del secolo si dematerializza
progressivamente. La sfiducia causata da questa nuova forma
inflazionistica di denaro influì nella depressione del 1929: per
risolvere la situazione gli Stati si lanciarono ad una crescente
militarizzazione, ad un armamentismo esagerato... e finalmente alla
seconda guerra mondiale.
In agosto del 1971 Nixon
prende la decisione unilaterale di svincolare il dollaro dal «tallone
aureo» (gold exchange standard). La crisi economica provocata da questa
decisione precipita a partire dal 1973: cause inflazionistiche simili
producono gli stessi effetti.
Sempre di più la moneta
si trasforma in denaro bancario scritturale (annotazioni in
conti correnti, negli ultimi tempi semplici impulsi elettronici), ma
nonostante aver perso completamente il suo valore intrinseco, continua
a permettere in gran misura l’anonimato e la disinformazione,
la depersonalizzazione e la irresponsabilizzazione
di tutti gli agenti del mercato
e della società.
L’irrazionalità
degli attuali sistemi monetari impedisce di cogliere tutte le
caratteristiche o parametri di ogni cambio elementale di certe merci
elementali concrete rispetto a delle unità monetarie radicalmente
astratte. Per tanto non permette di sapere esattamente
(ex actis) che cosa succede nella macroeconomia reale.
Questa assenza di comprensione esatta di ogni fenomeno elementale
impedisce di applicare qualunque teoria economica con il rigore di una
scienza sperimentale. Gli approcci statistici, basati su dei dati
parziali, sono il risultato di un cumulo di errori. In qualunque
scienza i metodi approssimati vengono abbandonati quando tecnologicamente
diventa possibile la comprensione esatta
ed esauriente di ogni fenomeno elementale concreto.
Possibilità della fattura-assegno telematica.
La razionalizzazione
della moneta e del denaro implica la scomparsa legale
di tutte le banconote, monete, assegni, cambiali....
attuali, tutti quanti al portatore, anonimi, pluricircolanti,
e quindi disinformativi, depersonalizzati e irresponsabilizzanti;
permette la sostituzione legale esclusiva con quello
che in precedenza è stato chiamato «fattura-assegno telematica»:
questa, al contrario, è radicalmente unicircolante, personalizzata,
responsabilizzante e informativa.
La «fattura-assegno
telematica» permette una legislazione facile per garantire la
riscossione in tutti i casi di insolvenza, oltre all’esazione
automatica di un solo tributo di solidarietà sociale,
più redditizio che i complicati e costosi
sistemi fiscali attuali.
Insistiamo: dalla
personalizzazione che implica la «fattura-assegno telematica»
come unica moneta legale, nasce la
responsabilizzazione personale documentata
degli atti liberi nel mercato e nella società. Si
possono stabilire i meccanismi legali per evitare che il denaro
mercantile7
si trasformi in potere antipolitico; il sapere
liberale si trasformi in potere antisociale;
le strutture di controllo si trasformino in
potere su e contro le persone individuali,
sociali o nazionali.
Con l’informazione
completa dell’economia, e la semplificazione fiscale susseguente, si
può sopprimere rapidamente, per mezzo di un salariogratuito
minimo di solidarietà sociale, la miseria provocata dalla mancanza
di danaro per il consumo, come primo passo per sopprimere le
classi causate dal danaro e le miserie culturali derivate.
La «fattura-assegno
telematica» come unica moneta legale permette
l’intracontabilità globale esatta della società, dato che
l’informazione di ogni cambio elementale del mercato
viene introdotta nella rete telematica. Così si può evitare il «disordine
capitalista attuale» e la stupida «pianificazione»
centralista, per il fatto che l’informazione del denaro
è socializzata, cioè gratuita e alla portata della comprensione di
ogni cittadino. («Socializzazione» è quindi la situazione opposta alla
«statalizzazione» o monopolio disinformativo da parte
dello statalismo per disgrazia ancora imperante).
Sembra evidente che con
l’informazione offerta dalla «fattura-assegno telematica» si
possono riempire facilmene e con dati esatti le «tavole di Leontiev»,
uno strumento molto preciso per guidare in modo efficace la strategia
del mercato e della società8.
Si potranno anche formulare con precisione e sperimentare le ipotesi
del «bene comune mercantile» di Platone; del «plusvalore (privato di
ogni azienda e comunitario del mercato globale)» di Karl Marx; e del
«valore residuale» degli economisti contemporanei. Nel caso che ci sia
una conferma sperimentale continua, il «bene comune»
potrà essere suddiviso e distribuito in modo equo al servizio di tutto
il popolo sotto forma di salari gratuiti di
solidarietà sociale per il consumo e di crediti comunitari per
l’investimento riproduttivo.
Questo cambio
strumentale della moneta e del denaro è oggi tecnicamente possibile.
Rispetto alla popolazione non è più complesso che il cambio
rappresentato dall’introduzione del «sistema metrico decimale». Il
fatto che questo cambio non sia stato introdotto prima non dipende
soltanto dal fatto che oggi – e soltanto oggi – sia tecnologicamente
possibile, ma dai benefici illeciti che ha generato
finora e che continua a generare ai banchieri e ad altre persone,
individuali e collettive, ecc., che, dopo 4.500 anni di mercato con
moneta anonima, sanno ed eserciscono «la creazione e
appropriazione privata illegittima di danaro
comunitario».
La dinamica tecnologica,
assieme alla telematica, sta convertendo la moneta bancaria in un
documento di conto astratto. Ma mentre non venga soppresso
l’anonimato di questo documento monetario, è assicurato il gioco sporco.
Inoltre, oggi come oggi, la telematica viene utilizzata per il
controllo fiscale e poliziesco, e rimane riservata esclusivamente ai
nuclei «burocratici»9 del potere statalista
ed ai nuclei plutarchici del potere occulto
del denaro anonimo.
Oggigiorno chi ha
l’informazione detiene il potere. È necessario stabilire delle
nuove «regole del gioco» per far si che tutto il popolo abbia accesso
gratuito a tutta l’informazione macroeconomica esatta di tutta la
società (mercato e liberato10).
È necessario girare l’uso della telematica per
evitare una delle peggiori dittature della storia, quella dello
«statalismo telematico».
È praticamente
impossibile frenare la rivoluzione telematica, globalistica11 e
cibernetica12,
ma è possibile progettare un modello alternativo dove
l’informazione di tutti i fenomeni monetari-pecuniari elementali
sia al servizio de tutti i membri della comunità geopolitica. È
necessario che la rete telematica e la sua informazione sulle
persone non dipenda da uno statalismo anonimo, burocratico13,
depersonalizzato e irresponsabile, ma da un
Impero o Comunità veramente geopolitica. Il nuovo
Stato Imperiale rivoluzionario, gerente personalizzato e responsabile
di ogni comunità geopolitica, può solo sapere, come qualunque altro
cittadino, l’informazione economica necessaria per il «governo o
cibernetica14
delle cose», ma non ha alcun controllo sull’informazione personale
degli attori sociali del mercato e del liberato15, che resta come «segreto
professionale» esclusivamente nelle mani di una Giustizia veramente
indipendente dallo Stato.
Rapporto fra moneta anonima ed imperialismo bellicista.
Senza i «piedi di
argilla» della moneta anonima si potrà studiare e risolvere mano mano e
ad uno ad uno tutti i conflitti interni: la disoccupazione,
l’inflazione, l’insicurezza dei cittadini, il centralismo, la
contaminazione, i servizi pubblici...
Soltanto una
intraconfederazione libera di tutte le etnie di un Impero storico o
nascente16
può raggiungere la pacificazione della comunità geopolitica federata.
Soltanto con la soppressione della miseria in libertà si possono
pacificare i conflitti sociali. Soltanto basandosi su un equilibrio del
commercio fra le comunità imperiali, senza imperialismi ne dipendenze
colonialiste, si può riuscire ad avanzare nella pace mondiale.
La polemica fra
«libertà» e «giustizia», o fra «paesi poveri» e «paesi ricchi» non si
risolverà con posizioni ideologiche né con discorsi. Secondo la nostra
ipotesi, qualunque tentativo di creare strutture sociali che
rafforzino la solidarietà in libertà, senza prendere in considerazione
l’importanza decisiva della moneta come strumento informativo e
responsabilizzante, degenera rapidamente in poteri occulti
non controllabili dal popolo e nelle mosse speculative antipolitiche
dell’attuale mercato internazionale, che rendono vano qualunque
tentativo di cambio.
Questa ipotesi appare
documentata in un fatto curioso: le ultime ricerche stanno dimostrando
che la guerra non è un fatto innato della specie umana, ma
un’invenzione tardiva che non si rimonta a più di 13.000 anni fa. Le
«città-impero» dell’Asia sud-occidentale costruirono delle mura
fortemente inespugnabili che garantirono certa pace durante quasi 6.000
anni. Come abbiamo visto, precisamente in questo periodo si sviluppò
las moneta di conto astratto, informativa e responsabilizzante.
Il fatto curioso è la coincidenza
di date fra, da un lato, la comparsa della moneta concreta in
oro, argento e rame, per definizione pluricircolante
e anonima, e dall’altro, la comparsa del primo
Imperialismo, cioè l’accadio-babilonico. Questo, senza le
armi offensive necessarie per demolire le mura, vinse molto rapidamente
grazie al tradimento pagato con denaro anonimo, e si
annesse, ancora più rapidamente, ad una ad una tutte
le «città-impero» di Sumer. Akkad-Babilonia diviene così il simbolo del
tradimento, della corruzione e della prostituzione anonima
pagata con denaro anonimo occulto, e del potere
illegittimo e antisociale
su e contro le persone, basato nello stesso denaro occulto e
anonimo: queste sono le caratteristiche
storiche di tutti gli imperialismi posteriori fino
ad oggi.
Questa connessione fra
moneta anonima e imperialismo bellicista
è un’ipotesi storica che possiamo provare e sperimentare solo se
torniamo alla primitiva «fattura-assegno» aggiornata telematicamente: i
risultati sociali che se ne potranno ottenere, a mezzo e lungo termine,
-sparizione o meno degli imperialismi, progressiva pacificazione o
meno dei popoli, scomparsa o meno del furto, della corruzione,
della miseria, della guerra...- saranno la conferma o la smentita di
questa ipotesi.
In momenti in cui la
gravità dei pericoli ci porta spesso all’attivismo, il sapere dove
concentrare gli sforzi dipende da una visione più reale dei fenomeni e
da una strategia appropriata: «La pratica migliore è una buona
teoria».
Queste proposte non sono
un’utopia rispetto alle possibilità tecniche attuali. Per ora sono
un’utopia come possibilità politica. Ogni società, ogni comunità deve
fare una critica e studiare l’applicazione concreta alla sua realtà
culturale, tecnica, economica e politica. È l’energia intima dei popoli
che può rendere possibili i cambi necessari, ma è fondamentale sapere
su quali strumenti l’energia popolare può basare i suoi desideri ed
ideali. Noi ne proponiamo alcuni.
La nostra è un’umile
contribuzione alla ricerche di strutture e mezzi che in questo momento
storico ci permettano di avanzare un po’ di più verso la pace, in
libertà e giustizia.
Note:
1, 2, 3, 4, 10, 11, 12, 14, 15Agustí Chalaux e il gruppo del Centre
d'Estudis Joan Bardina rivendicano l'applicazione di una terminologia
inequivocabile nello studio e la pratica delle scienze sociali, in modo
che vi sia un'interpretazione unica per ogni espressione. Ciò significa
che vengono utilizzate parole nuove che allargano il vocabolario nei
documenti elaborati.
5, 9, 13In catalano si fa un gioco di parole,
dove «buro»-cràcia viene scritto «burro»-cràcia, giocando col
significato di «burro» (asino), come dire «asinocrazia». Come la
maggior parte dei giochi di parole, è intraducibile.
6Le ultime ricerche sull’origine della scrittura in Asia del sudovest
dimostrano a partire dell’8500 a.C. l’esistenza di strumenti
monetari senza valore intrínseco, che servivano per misurare il
valore degli scambi, specificare le merci e, progressivamente,
personalizzavano gli agenti del mercato. Vedere Le Scienze. Edizione italiana di Scientific American. Numero 120. Agosto 1978. Anno XI. Volume XXI: «Gli antecedenti della scrittura» di Denise Schmandt-Besserat, e February 1984. Volume 250. Number 2. Pages 110-118,
«Numbers and Measures in the Earliest Written Records» («Numeri e misure nei primi documenti scritti») di Jöran Friberg.
7L’espressione abituale «mercantile»
corrisponde a «mercante-monetario». L’espressione
«mercante» corrisponde a «utilitario-cambiario».
8La società si compone di «mercato» e
«liberato». Il «liberato» comprende «l’insieme di persone liberabili»
e «l’insieme delle vocazioni liberali,
professioniste ed associative, al servizio altruista e disinteressato
incondizionale di qualunque membro della comunità considerata, che
abbia bisogno di aiuto sociale».
16Impero nascente: per esempio Europa
1997-...
Uno strumento per
costruire la pace.
Consiglio di
redazione:
Roser Albó, Àngels Baldó, Agustí Chalaux, Miquel Chicano, Laura Fusté,
Magdalena Grau, Joan Parès, Enric Suárez, Jordi Via, Lluís Maria
Xirinacs.
Consiglio
Assessore:
Joan N. Casals, Emil Herbolzheimer, Joan Martínez Alier, Bernat
Muniesa, Ernest Núñez, Martí Olivella.
Prima edizione: Barcellona,
1 luglio 1984.
© Centro de Estudios Joan Bardina.
Seconda edizione: Barcellona, 6 dicembre 1996.
© Agustí Chalaux de Subirà.
Proprietà di questa
edizione: Publicacions de l’Escola Finaly.
Disegno dell’originale stampato: Marta Ricart.
ISBN: 84-404-3421-9.
Depósito legale: B-15340-1995.
Link correlati:
Breve storia della moneta.
Il Capitalismo Comunitario.