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Pubblicazioni del Centro:
Agustí Chalaux de Subirà, Brauli Tamarit Tamarit.
Agustí Chalaux de Subirà.
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Agustí Chalaux de Subirà.
Magdalena Grau, Agustí Chalaux.
Omaggi e biografie:
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Nei prossimi
anni, in Europa "e in tutti i paesi industrializzati"
la maggior parte dei cittadini andranno carichi di numerose carte
di credito elettroniche "di credito, di debito, d'identificazione..."
e dovranno imparare a memoria i corrispondenti codici di sicurezza.
Il denaro plastificato ridurrà costi alle banche e agilizzerà
alcuni servizi pubblici e privati. Però, resterà protetta
l'intimità dei cittadini?; la monetica (moneta elettronica)
porterà qualche aiuto al miglioramento dell'economia, della
politica, del sistema giudiziario?
Se le cose restano come stanno, molti cittadini non avranno carte
di credito perchè non saranno solventi. Altri si rifiuteranno
di averle per paura di essere controllati. Ma soprattutto chiunque
potrà continuare ad ottenere "biglietti di banca"
e potrà usarli, senza lasciare alcuna traccia, per realizzare
qualsiasi tipo di operazione legale ed illegale (fondi riservati;
traffici di influenze "bustarelle", di droga, di armi;
evasione fiscale e di divise...).
Il panorama europeo sarà in apparenza
di un grande controllo e trasparenza della popolazione, ma con una
sottile frode nascosta che non beneficia quasi nessuno, a parte
la riduzione dei costi che ne deriva alle imprese che applicano
la monetica.
Nei prossimi anni, però, potremmo trovarci in un'altra situazione:
che ogni cittadino disponga di una sola carta elettronica, personale,
infalsificabile, che fosse la chiave di un conto corrente nel quale
verranno registrati i pagamenti elettronici delle operazioni che
compia; nel quale verserà i propri guadagni; attraverso del
quale potrà assolvere automaticamente i suoi obblighi fiscali...
Un sistema di carta elettronica unica e conto corrente personale
può giungere, per coerenza funzionale, ad imporsi. Ma di
per sè, senza nessun'altra modificazione delle istituzioni
politiche e giudiziarie, che utilità può avere per
la popolazione? garantirà qualcos'altro, a parte la comodità?
comporterà la perdita della intimità personale?
La monetica si sta imponendo senza alcun
dibattito sociale che possa indicarne i pericoli e le possibilità.
D'altro canto, molti problemi attuali sembrano irresolubili all'interno
del contesto in cui vengono posti. È possibile cercare di
profilare nuove regole del gioco sociale che non solo favoriscano
un' appicazione coerente e democratica della monetica, ma contribuiscano
anche alla soluzione di alcuni dei principali problemi di cui soffriamo
attualmente? Per esempio, potrebbe un'adeguata applicazione della
monetica,
evitare l'impunità dei poteri "di fatto"
(più o meno occulti), che agiscono con il denaro anonimo?
agevolare una scienza economica che lavori con dati reali
e che permetta analizzare rigorosamente le cause delle crisi, i
sistemi di appropriazione e ridistribuzione?
garantire la "privacy" e l'intimità dei
cittadini senza peraltro intorpidire la necessaria trasparenza di
uno Stato di Diritto?
aumentare la solidarietà sociale e la redistribuzione,
assicurando un minimo vitale per chiunque, e però semplificando
e riducendo le tasse?
aiutare a decentrare le decisioni offrendo insieme una visione
d'insieme del quadro all'interno del quale vengono prese, e delle
loro ripercussioni?
Da alcuni secoli si sta cercando di dare
risposta a questi interrogativi. I ripetuti fallimenti storici ci
hanno resi rassegnati a convivere con l'impunità di chi gioca
sporco e con la miseria: "sempre ci saranno poveri, sempre
ci sarà chi gioca sporco...".
È probabile che "sempre" ci saranno persone che
per molti motivi non sapranno o non potranno generare la ricchezza
di cui hanno bisogno per vivere e che "sempre" ci saranno
persone che cercheranno di aggirare la legge per comprare altre
persone e coscienze per conquistare o mantenere potere. Non stiamo
negando questi fatti. Si tratta di cercare di porre delle basi perchè,
nel primo caso, ciò non voglia dire vivere nella miseria,
e nell'altro, che queste corruzioni lascino traccia e possano non
restare impuni. Non cercare tutti i mezzi a disposizione per superare
la miseria e il gioco sudicio sarebbe solo un indizio di incapacità
strumentale, o di complicità con il perpetuarsi di questo
stato di cose.
L'insieme di riflessioni e di proposte che
si esporranno cercano di offrire elementi per rompere con la complicità
e il fatalismo. Se nella pratica sociale queste proposte si mostrano
insufficienti bisognerà cercare altri cammini.
Non dobbiamo dimenticare che il tema della moneta come strumento
di cambio non solo mercantile ma anche sociale, non nasce unicamente
dalla sua attuale potenzialità tecnologica "la monetica"
ma va legato alla concezione stessa di ciò che la moneta
è "come vedremo nei primi capitoli", e dall'ipotesi
che il tipo di moneta (anonima o personalizzata, disinformativa
o documentatrice, scarsa/abbondante oppure equilibrata) favorisce
tipi diversi di società e di mercato: favorisce il potere
irresponsabile o la libertà responsabilizzata.
La tecnologia può venire usata per
creare una moneta con caratteristiche liberatrici o repressive.
Malgrado il fatto che la monetica non sia imprescindibile per un
cambio di società, sì che può esserci bisogno
di trovarne un uso alternativo nelle società complesse che
la stanno adottando nelle proprie relazioni mercantili e sociali.
Bisogna essere molto chiari nelle condizioni
di applicazione della monetica, perchè si corre il rischio
che il potere voglia legittimarla come sistema di controllo del
popolo senza che il popolo controlli chi lo controlla.
L'opzione di stabilire un sistema di garanzie per l'uso democratico
e coerente della moneta elettronica è certamente rischiosa,
ma necessaria.
***
La struttura del libro si basa su venti tesi sull'importanza che
il tipo di strumento monetario riveste per ostacolare oppure agevolare
il rispetto della legge, l'informazione economica, la responsabilizzazione
della libertà, la confutazione e applicabilità dei
modelli economici... Gli ultimi capitoli studiano i pericoli e le
possibilità delle differenti applicazioni della monetica
e presentano un abbozzo di nuove regole del gioco sociale che rendano
possibile un suo corretto utilizzo e nello stesso tempo valorizzino
il suo potenziale trasformatore.
Il lettore che voglia avere una visione sintetica
di ciò che si vuole esporre può leggere "Le venti
tesi" che si presentano alla conclusione del libro. Se vuole
approfondirne alcuna, può passare al capitolo corrispondente.
Non abbiamo voluto includere per esteso la proposta di un ipotetico
nuovo modello sociale "uno dei molti che si potrebbero immaginare"
per evitare che vengano giudicate le tesi centrali, esposte in questo
libro, sul necessario cambio di moneta in base alle deficienze e
semplificazioni che inevitabilmente un modello globale presenta.
Questo modello verrà presentato in un altro volume, malgrado
ne vengano indicati alcuni elementi nel capitolo 19. Non vorremmo
proporre un cambio monetario del quale non si potessere intravvedere
alcune potenzialità che noi crediamo liberatrici.
***
Queste righe sono scritte dall'interno di una società "occidentale",
vale a dire urbanizzata, industrializzata, complessa, proscientifica,
monetizzata... Questo tipo di società non è l'unico
esistente, e probabilmente neppure il migliore. Nessuno può
però prescindere dal condizionamento della società
in cui vive. Come figli d'Occidente, ma insieme attenti alle altre
culture, possiamo considerare che la maniera migliore di rispettarle
è quella di cercare i mezzi per fermare la voraginosa civiltà
occidentale che le (ci) sta distruggendo. La migliore cooperazione
con le altre culture consiste, a nostro avviso, nel decifrare gli
aspetti cruciali che impediscono all'occidente di modificare i suoi
comportamenti depredatori. L'approccio che presentiamo nasce dall'occidente,
ma si dirige anche a tutte le culture che hanno adottato, in un
grado più o meno accentuato, i meccanismi del mercato e della
moneta.
Nel campo delle proposte di modelli sociali
bisogna riconoscere che non esistono soluzioni uniche valide per
ogni scala. Ciò che può essere buono ad una scala
può non esserlo per una più piccola o più grande.
L'ampiezza o complessità di ciascuna cultura e di ogni società
renderà necessario adattare delle risposte specifiche. D'altra
parte questo è un compito la cui rielaborazione spetta a
ogni cultura e società e che supera, evidentemente, le possibilità
di questo libro.
Persino volendoci limitare ad una formulazione
dei problemi e delle proposte all'interno del contesto occidentale,
la loro percezione è molto segmentata a seconda dei diversi
settori della popolazione. Gli "occhiali" di ciascuno,
a seconda che si tratti di un impresario o di un salariato, di un
politico o di un semplice cittadino, sostenitore dello "sviluppo"
o ecologista, povero o ricco, uomo o donna... fa che ciascuno si
trovi ad avere delle priorità e delle sensibilità
diverse. In questo senso nel libro verranno esposti solo gli argomenti
più generali e comuni e si lasciano, per il momento, i più
specifici a ciascun settore sociale. Le argomentazioni generali
sono suscettibili d'interessare persino a chi più sembra
possa averne da perdere.
Come in ogni proposta sintetica e sinergica,
ognuno ne avrebbe qualcosa da guadagnare e qualcosa da perdere,
ma nell'insieme per chiunque c'è più da guadagnare
che da perdere. I soldi sono molto importanti, ma non sono tutto.
E le attuali relazioni stabilite per ottenerlo potrebbero non essere
le migliori, perfino per i suoi più incondizionati ammiratori.
***
Ci considereremo soddisfatti se queste pagine permettono al lettore
di vedere problematica una realtà che prima non considerava
tale, e se da questa coscienza potesse generarsi una nuova visione
di altri problemi, così come delle loro possibili soluzioni.
Cambiare la realtà non è compito dei libri, malgrado
che i libri ne siano stati spesso un efficace strumento. Il futuro
e la politica sono due dimensioni vitali appassionanti perchè
la volontà degli uomini non è prevedibile.
Il come del cambio, la concretizzazione nella pratica, è
la prova del fuoco e la grande incognita, ma è peraltro un
campo aperto che supera la responsabilità dell'autore, in
quanto responsabilità collettiva di quanti condividono criticamente
ciò che qui si propone. La sua praticabilità potrà
venire dimostrata, dunque, soltanto con la sperimentazione sociale
frutto della volontà politica. Nel caso in cui le piste suggerite
si dimostrino scorrette, sapremo che occorre cercarne di diverse.
***
Le idee fondamentali che verranno esposte sono un estratto di parte
della ricerca che nel corso di tutta la sua vita ha compiuto Agustí
Chalaux de Subirà. Tutto ciò che vi si può
trovare di azzeccato, con tutta certezza, appartiene a lui.
Senza la riflessione e il sostegno di un'equipe di amici con i quali,
prima al Centre d'Estudis Joan Bardina ed attualmente ad EcoConcern,
stiamo studiando in comune questi temi, le pagine che seguono non
avrebbero ugualmente visto mai la luce. Voglio inoltre esprimere
la mia gratitudine agli amici del Mas Blanc per le settimane di
serenità che mi hanno consentito di terminare il manoscritto
dopo anni di redazioni interrotte, così come al mio amico
Stefano Puddu Crespellani per aver condiviso questa avventura. L'aiuto
della Fondazione Jaume Bofill è stato parimenti importante
per decidermi a stendere su carta queste idee. Le suggestive conversazioni
di Tavertet mi hanno offerto l'occasione per strutturare le venti
tesi.
Mentre questo libro era in gestazione e durante
l'anno che si tardò per realizzarne l'edizione, alcuni giudici
italiani, francesi e spagnoli cominciavano a farsi conoscere per
i sommari aperti contro politici ed impresari di primo piano, per
presunti delitti di coruzione. Non ho ritenuto opportuno attualizzare
l'informazione perchè, nonostante la loro spettacolarità,
il contenuto di queste notizie è, per nostra sfortuna, ridondante
(1). Cambiano i nomi, i modi e le circostanze, ma il gioco sporco
è sempre lo stesso. In questi paesi si stanno producendo
profondi cambi politici a conseguenza dell'azione della Giustizia,
e ciò malgrado il fatto che questa non può arrivare
sempre al fondo dei problemi per assenza di documentazione, o per
l'eccessiva pressione dei potenti incriminati.
Il giorno della presentazione dell'edizione
originale de "Il potere del denaro", nel gennaio del 1992,
resi noti alcuni tratti di un Piano Anticorruzione che fornirebbe
gli strumenti per impedire gran parte dei delitti che minano la
credibilità del sistema democratico. Poco tempo dopo ne feci
una prima redazione, che inviai ai principali quotidiani, senza
ottenere alcuna reazione. Nell'anno trascorso da allora, si sono
aggiunti alla corruzione ulteriori problemi che paiono insolubili
all'interno delle attuali regole del gioco. La diffidenza dei cittadini
ad un'Europa lontana, che non offre possibilità di un effettivo
controllo sulle nuove macro-istituzioni, ha fatto tremare il processo
di unità europea. Però sono state le tempeste monetarie
provocate dalla speculazione ciò che ha fatto prendere coscienza
dell'impossibilità radicale di portare avanti politiche comunitarie
fintantochè le divise si possano elettronicamente portare
a spasso per il mondo senza nessuna relazione con qualunque finalità
produttiva o commerciale.
Per l'importanza significativa di tutti questi
fatti, ho incluso in appendice a questa edizione italiana una versione
ampliata del "Piano Anticorruzione". Si tratta di un piano
con proposte operative per introdurre un "regime di trasparenza"
che possa applicarsi progressivamente, ed adattarsi a diversi contesti
politici: da un singolo Stato alla Comunità Europea e/o alle
relazioni internazionali. Il "Piano" permette visualizzare
la fattibilità delle tesi del libro mentre, vicendevolmente,
quest'ultimo fornisce ulteriori argomenti ad alcuni aspetti del
"Piano" che, per brevità espositiva, possono risultare
poco chiari.
Nota:
(1) Possiamo trovarne informazione dettagliata sulla stampa quotidiana,
senza contare che sono stati pubblicati diversi libri sui casi di
corruzione. Malauguratamente, scarseggiano invece le proposte per
eliminarla.
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