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Pubblicazioni del Centro:

Breve storia della moneta.
Agustí Chalaux de Subirà, Brauli Tamarit Tamarit.

Il Capitalismo Comunitario.
Agustí Chalaux de Subirà.

Uno strumento per costruire la pace.
Agustí Chalaux de Subirà.

Leggende semitiche sulla banca.
Agustí Chalaux de Subirà.

Moneta telematica e strategia di mercato.
Magdalena Grau, Agustí Chalaux.

Omaggi e biografie:

Note autobiografiche di Agustí Chalaux de Subirà (1911-2006).

Introduzione.

Nei prossimi anni, in Europa "e in tutti i paesi industrializzati" la maggior parte dei cittadini andranno carichi di numerose carte di credito elettroniche "di credito, di debito, d'identificazione..." e dovranno imparare a memoria i corrispondenti codici di sicurezza. Il denaro plastificato ridurrà costi alle banche e agilizzerà alcuni servizi pubblici e privati. Però, resterà protetta l'intimità dei cittadini?; la monetica (moneta elettronica) porterà qualche aiuto al miglioramento dell'economia, della politica, del sistema giudiziario?

Se le cose restano come stanno, molti cittadini non avranno carte di credito perchè non saranno solventi. Altri si rifiuteranno di averle per paura di essere controllati. Ma soprattutto chiunque potrà continuare ad ottenere "biglietti di banca" e potrà usarli, senza lasciare alcuna traccia, per realizzare qualsiasi tipo di operazione legale ed illegale (fondi riservati; traffici di influenze "bustarelle", di droga, di armi; evasione fiscale e di divise...).

Il panorama europeo sarà in apparenza di un grande controllo e trasparenza della popolazione, ma con una sottile frode nascosta che non beneficia quasi nessuno, a parte la riduzione dei costi che ne deriva alle imprese che applicano la monetica.

Nei prossimi anni, però, potremmo trovarci in un'altra situazione: che ogni cittadino disponga di una sola carta elettronica, personale, infalsificabile, che fosse la chiave di un conto corrente nel quale verranno registrati i pagamenti elettronici delle operazioni che compia; nel quale verserà i propri guadagni; attraverso del quale potrà assolvere automaticamente i suoi obblighi fiscali...

Un sistema di carta elettronica unica e conto corrente personale può giungere, per coerenza funzionale, ad imporsi. Ma di per sè, senza nessun'altra modificazione delle istituzioni politiche e giudiziarie, che utilità può avere per la popolazione? garantirà qualcos'altro, a parte la comodità? comporterà la perdita della intimità personale?

La monetica si sta imponendo senza alcun dibattito sociale che possa indicarne i pericoli e le possibilità. D'altro canto, molti problemi attuali sembrano irresolubili all'interno del contesto in cui vengono posti. È possibile cercare di profilare nuove regole del gioco sociale che non solo favoriscano un' appicazione coerente e democratica della monetica, ma contribuiscano anche alla soluzione di alcuni dei principali problemi di cui soffriamo attualmente? Per esempio, potrebbe un'adeguata applicazione della monetica,

• evitare l'impunità dei poteri "di fatto" (più o meno occulti), che agiscono con il denaro anonimo?
• agevolare una scienza economica che lavori con dati reali e che permetta analizzare rigorosamente le cause delle crisi, i sistemi di appropriazione e ridistribuzione?
• garantire la "privacy" e l'intimità dei cittadini senza peraltro intorpidire la necessaria trasparenza di uno Stato di Diritto?
• aumentare la solidarietà sociale e la redistribuzione, assicurando un minimo vitale per chiunque, e però semplificando e riducendo le tasse?
• aiutare a decentrare le decisioni offrendo insieme una visione d'insieme del quadro all'interno del quale vengono prese, e delle loro ripercussioni?

Da alcuni secoli si sta cercando di dare risposta a questi interrogativi. I ripetuti fallimenti storici ci hanno resi rassegnati a convivere con l'impunità di chi gioca sporco e con la miseria: "sempre ci saranno poveri, sempre ci sarà chi gioca sporco...".
È probabile che "sempre" ci saranno persone che per molti motivi non sapranno o non potranno generare la ricchezza di cui hanno bisogno per vivere e che "sempre" ci saranno persone che cercheranno di aggirare la legge per comprare altre persone e coscienze per conquistare o mantenere potere. Non stiamo negando questi fatti. Si tratta di cercare di porre delle basi perchè, nel primo caso, ciò non voglia dire vivere nella miseria, e nell'altro, che queste corruzioni lascino traccia e possano non restare impuni. Non cercare tutti i mezzi a disposizione per superare la miseria e il gioco sudicio sarebbe solo un indizio di incapacità strumentale, o di complicità con il perpetuarsi di questo stato di cose.

L'insieme di riflessioni e di proposte che si esporranno cercano di offrire elementi per rompere con la complicità e il fatalismo. Se nella pratica sociale queste proposte si mostrano insufficienti bisognerà cercare altri cammini.
Non dobbiamo dimenticare che il tema della moneta come strumento di cambio non solo mercantile ma anche sociale, non nasce unicamente dalla sua attuale potenzialità tecnologica "la monetica" ma va legato alla concezione stessa di ciò che la moneta è "come vedremo nei primi capitoli", e dall'ipotesi che il tipo di moneta (anonima o personalizzata, disinformativa o documentatrice, scarsa/abbondante oppure equilibrata) favorisce tipi diversi di società e di mercato: favorisce il potere irresponsabile o la libertà responsabilizzata.

La tecnologia può venire usata per creare una moneta con caratteristiche liberatrici o repressive. Malgrado il fatto che la monetica non sia imprescindibile per un cambio di società, sì che può esserci bisogno di trovarne un uso alternativo nelle società complesse che la stanno adottando nelle proprie relazioni mercantili e sociali.

Bisogna essere molto chiari nelle condizioni di applicazione della monetica, perchè si corre il rischio che il potere voglia legittimarla come sistema di controllo del popolo senza che il popolo controlli chi lo controlla.
L'opzione di stabilire un sistema di garanzie per l'uso democratico e coerente della moneta elettronica è certamente rischiosa, ma necessaria.
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La struttura del libro si basa su venti tesi sull'importanza che il tipo di strumento monetario riveste per ostacolare oppure agevolare il rispetto della legge, l'informazione economica, la responsabilizzazione della libertà, la confutazione e applicabilità dei modelli economici... Gli ultimi capitoli studiano i pericoli e le possibilità delle differenti applicazioni della monetica e presentano un abbozzo di nuove regole del gioco sociale che rendano possibile un suo corretto utilizzo e nello stesso tempo valorizzino il suo potenziale trasformatore.

Il lettore che voglia avere una visione sintetica di ciò che si vuole esporre può leggere "Le venti tesi" che si presentano alla conclusione del libro. Se vuole approfondirne alcuna, può passare al capitolo corrispondente.
Non abbiamo voluto includere per esteso la proposta di un ipotetico nuovo modello sociale "uno dei molti che si potrebbero immaginare" per evitare che vengano giudicate le tesi centrali, esposte in questo libro, sul necessario cambio di moneta in base alle deficienze e semplificazioni che inevitabilmente un modello globale presenta. Questo modello verrà presentato in un altro volume, malgrado ne vengano indicati alcuni elementi nel capitolo 19. Non vorremmo proporre un cambio monetario del quale non si potessere intravvedere alcune potenzialità che noi crediamo liberatrici.
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Queste righe sono scritte dall'interno di una società "occidentale", vale a dire urbanizzata, industrializzata, complessa, proscientifica, monetizzata... Questo tipo di società non è l'unico esistente, e probabilmente neppure il migliore. Nessuno può però prescindere dal condizionamento della società in cui vive. Come figli d'Occidente, ma insieme attenti alle altre culture, possiamo considerare che la maniera migliore di rispettarle è quella di cercare i mezzi per fermare la voraginosa civiltà occidentale che le (ci) sta distruggendo. La migliore cooperazione con le altre culture consiste, a nostro avviso, nel decifrare gli aspetti cruciali che impediscono all'occidente di modificare i suoi comportamenti depredatori. L'approccio che presentiamo nasce dall'occidente, ma si dirige anche a tutte le culture che hanno adottato, in un grado più o meno accentuato, i meccanismi del mercato e della moneta.

Nel campo delle proposte di modelli sociali bisogna riconoscere che non esistono soluzioni uniche valide per ogni scala. Ciò che può essere buono ad una scala può non esserlo per una più piccola o più grande. L'ampiezza o complessità di ciascuna cultura e di ogni società renderà necessario adattare delle risposte specifiche. D'altra parte questo è un compito la cui rielaborazione spetta a ogni cultura e società e che supera, evidentemente, le possibilità di questo libro.

Persino volendoci limitare ad una formulazione dei problemi e delle proposte all'interno del contesto occidentale, la loro percezione è molto segmentata a seconda dei diversi settori della popolazione. Gli "occhiali" di ciascuno, a seconda che si tratti di un impresario o di un salariato, di un politico o di un semplice cittadino, sostenitore dello "sviluppo" o ecologista, povero o ricco, uomo o donna... fa che ciascuno si trovi ad avere delle priorità e delle sensibilità diverse. In questo senso nel libro verranno esposti solo gli argomenti più generali e comuni e si lasciano, per il momento, i più specifici a ciascun settore sociale. Le argomentazioni generali sono suscettibili d'interessare persino a chi più sembra possa averne da perdere.

Come in ogni proposta sintetica e sinergica, ognuno ne avrebbe qualcosa da guadagnare e qualcosa da perdere, ma nell'insieme per chiunque c'è più da guadagnare che da perdere. I soldi sono molto importanti, ma non sono tutto. E le attuali relazioni stabilite per ottenerlo potrebbero non essere le migliori, perfino per i suoi più incondizionati ammiratori.
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Ci considereremo soddisfatti se queste pagine permettono al lettore di vedere problematica una realtà che prima non considerava tale, e se da questa coscienza potesse generarsi una nuova visione di altri problemi, così come delle loro possibili soluzioni.
Cambiare la realtà non è compito dei libri, malgrado che i libri ne siano stati spesso un efficace strumento. Il futuro e la politica sono due dimensioni vitali appassionanti perchè la volontà degli uomini non è prevedibile.
Il come del cambio, la concretizzazione nella pratica, è la prova del fuoco e la grande incognita, ma è peraltro un campo aperto che supera la responsabilità dell'autore, in quanto responsabilità collettiva di quanti condividono criticamente ciò che qui si propone. La sua praticabilità potrà venire dimostrata, dunque, soltanto con la sperimentazione sociale frutto della volontà politica. Nel caso in cui le piste suggerite si dimostrino scorrette, sapremo che occorre cercarne di diverse.
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Le idee fondamentali che verranno esposte sono un estratto di parte della ricerca che nel corso di tutta la sua vita ha compiuto Agustí Chalaux de Subirà. Tutto ciò che vi si può trovare di azzeccato, con tutta certezza, appartiene a lui.
Senza la riflessione e il sostegno di un'equipe di amici con i quali, prima al Centre d'Estudis Joan Bardina ed attualmente ad EcoConcern, stiamo studiando in comune questi temi, le pagine che seguono non avrebbero ugualmente visto mai la luce. Voglio inoltre esprimere la mia gratitudine agli amici del Mas Blanc per le settimane di serenità che mi hanno consentito di terminare il manoscritto dopo anni di redazioni interrotte, così come al mio amico Stefano Puddu Crespellani per aver condiviso questa avventura. L'aiuto della Fondazione Jaume Bofill è stato parimenti importante per decidermi a stendere su carta queste idee. Le suggestive conversazioni di Tavertet mi hanno offerto l'occasione per strutturare le venti tesi.

Mentre questo libro era in gestazione e durante l'anno che si tardò per realizzarne l'edizione, alcuni giudici italiani, francesi e spagnoli cominciavano a farsi conoscere per i sommari aperti contro politici ed impresari di primo piano, per presunti delitti di coruzione. Non ho ritenuto opportuno attualizzare l'informazione perchè, nonostante la loro spettacolarità, il contenuto di queste notizie è, per nostra sfortuna, ridondante (1). Cambiano i nomi, i modi e le circostanze, ma il gioco sporco è sempre lo stesso. In questi paesi si stanno producendo profondi cambi politici a conseguenza dell'azione della Giustizia, e ciò malgrado il fatto che questa non può arrivare sempre al fondo dei problemi per assenza di documentazione, o per l'eccessiva pressione dei potenti incriminati.

Il giorno della presentazione dell'edizione originale de "Il potere del denaro", nel gennaio del 1992, resi noti alcuni tratti di un Piano Anticorruzione che fornirebbe gli strumenti per impedire gran parte dei delitti che minano la credibilità del sistema democratico. Poco tempo dopo ne feci una prima redazione, che inviai ai principali quotidiani, senza ottenere alcuna reazione. Nell'anno trascorso da allora, si sono aggiunti alla corruzione ulteriori problemi che paiono insolubili all'interno delle attuali regole del gioco. La diffidenza dei cittadini ad un'Europa lontana, che non offre possibilità di un effettivo controllo sulle nuove macro-istituzioni, ha fatto tremare il processo di unità europea. Però sono state le tempeste monetarie provocate dalla speculazione ciò che ha fatto prendere coscienza dell'impossibilità radicale di portare avanti politiche comunitarie fintantochè le divise si possano elettronicamente portare a spasso per il mondo senza nessuna relazione con qualunque finalità produttiva o commerciale.

Per l'importanza significativa di tutti questi fatti, ho incluso in appendice a questa edizione italiana una versione ampliata del "Piano Anticorruzione". Si tratta di un piano con proposte operative per introdurre un "regime di trasparenza" che possa applicarsi progressivamente, ed adattarsi a diversi contesti politici: da un singolo Stato alla Comunità Europea e/o alle relazioni internazionali. Il "Piano" permette visualizzare la fattibilità delle tesi del libro mentre, vicendevolmente, quest'ultimo fornisce ulteriori argomenti ad alcuni aspetti del "Piano" che, per brevità espositiva, possono risultare poco chiari.

Nota:
(1) Possiamo trovarne informazione dettagliata sulla stampa quotidiana, senza contare che sono stati pubblicati diversi libri sui casi di corruzione. Malauguratamente, scarseggiano invece le proposte per eliminarla.

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