La mappa della struttura familiare in Europa.
Il gioco delle quattro famiglie.
Libération. Venerdì 20 aprile del 1990. Pagina ventuno.
Il gioco delle quattro famiglie.
Europa. Esce il venerdì. Un Fascicolo speciale dedicato alla costruzione dell’Europa.
Nella famiglia nodale troviamo la Germania, l’Austria, l’Irlanda... nella famiglia «comunitaria», la Toscana e la Finlandia... Lo storiografo demografo Emmanuel Todd, in un libro apparso ieri, propone una suddivisione inedita dell’Europa, in base a quattro tipi di struttura familiare. Secondo lui, le religioni e i sistemi politici di una regione ne sono la derivazione diretta.
L’Europa sarà universalista? Rispettosa della differenza? Etnocentrica? Gli europei non potranno definirsi senza mettersi d’accordo sulla definizione dell’Altro... Mi piacerebbe profondamente che l’Europa politica si faccia su basi chiare di riconoscimento delle differenze, ma in fondo a me stesso, non credo che ciò avvenga.
È un continente misterioso. L’Europa non ha consistenza geografica – secondo il Petit Robert è «il continente più piccolo e peggio delimitato, un territorio sporgente dell’Asia», – che sfugge appena uno storiografo cerca di tirare i fili del suo passato. Perché il protestantesimo conquistò soltanto i territori dell’Europa settentrionale? Perché l’Inghilterra divenne la madrepatria dell’industria? Perché la Francia si è inebriata col sangue della Rivoluzione per poi respingere quello del nazismo e del fascismo? Tante domande rimaste senza risposta fino ad oggi.
Eppure, forse un angolo del velo sta per essere sollevato. Emmanuel Todd, storiografo demografo, ha infatti pubblicato una sua opera – L’invenzione dell’Europa1 – che contiene una chiave di lettura, specialmente avvincente, della storia del continente: la famiglia.
La sua tesi – l’evoluzione religiosa, economica, ideologica di un gruppo umano è ampiamente condizionata dal suo fondo antropologico – non è nuova. Aristotele, Rousseau, Diderot, per menzionare soltanto alcuni, ne furono ferventi seguaci. Da diversi anni, un gruppo de universitari britannici lavora in questo senso. Emmanuel Todd – egli stesso è diplomato a Cambridge per i suoi lavori sui sistemi familiari – in La Nouvelle France (1988) aveva già applicato questa griglia di analisi alla Francia. Ma nessuno aveva ancora ricercato con tanta minuziosità e impegno (sette anni di lavoro e un’abbondanza d’informazioni spesso inedite) le connessioni fra i valori apportati dalla famiglia e il comportamento sociale delle etnie o dei popoli europei lungo i cinque secoli trascorsi.
Lontano dagli slanci lirici dei discepoli di Braudel, Todd ci fa penetrare nel labirinto dell’Europa con un filo di Arianna in mano. La varietà delle strutture familiari si trova all’origine della diversità del continente. Alcuni popoli s’infiammano per la Riforma, altri per la Rivoluzione; delle etnie si girano verso il nazionalismo, altre seguono il socialismo; alcune regioni sono in prima linea per l’alfabetizzazione e l’industrializzazione, ma si spaventano con il controllo delle nascite o il suffragio universale... Tutto questo, ci assicura Todd, è soltanto una questione di cultura familiare.
La dimostrazione – rafforzata da ottanta mappe – apparentemente è senza difetti. In realtà, tanto perfetta che fa dubitare. L’autore non sarà forse caduto in una doppia trappola? Forse ha visto una causa quando c’era soltanto una connessione? Cambiando la variante religiosa con quella familiare per spiegare il processo di differenziazione e di segmentazione dell’occidente del continente, ha recuperato un elemento della catena. Però, è pure risalito lungo tutta la catena?
Queste osservazioni però non ci devono rovinare il piacere di degustare (qualche volta con momenti di stupore) uno degli esercizi di sintesi più riusciti. E neanche di giocare, come ci invita l’autore, al gioco delle quattro famiglie.
La famiglia nucleare egualitaria.
Bacino di Parigi, centro e sudest della Spagna, centro del Portogallo, nordovest dell’Italia, con un prolungamento in Provenza, Mezzogiorno e Sicilia, la Svizzera francofona.
La coppia ha dei figli che, raggiunta l’età adulta, fondano delle famiglie indipendenti. La famiglia non si svilupperà mai oltre il nucleo genitori-figli, e questo modello contribuisce a sviluppare l’individualismo. Rispetto ai beni dei genitori, questi vengono suddivisi in modo imparziale e meticoloso fra i discendenti. Da qui ne deriva una forte sensibilità alle nozioni di uguaglianza.
Libertà e uguaglianza. Due temi cari a una Rivoluzione che nacque nel bacino di Parigi e dovette lottare con fermezza contro le altre Francie, rette da altri valori familiari: l’Occitania, la Bretagna, il Nord, e l’Alsazia. Però la quintessenza universalista della Francia è lontana dall’essersi imposta al resto dell’Europa, comprese le regioni che seguono lo stesso sistema familiare.
Nelle zone dove predomina la piccola proprietà, la religione (cattolica, meno nella Svizzera francofona che è rimasta sotto l’influenza di Berna) resta molto viva fino alla metà del secolo XX. Dio si rifiuta di sparire davanti alle grandi ideologie moderne, e queste regioni faranno nascere quello che Todd chiama il repubblicanesimo cristiano. La Lorena e la Franca Contea non seguono gli ideali della Rivoluzione, però appoggeranno la III Repubblica, egualitaria, nonostante le prediche del papa.
Al contrario, le provincie dov’è in maggioranza il grande sfruttamento saranno le prime (1730 a 1800) a soffrire il fenomeno della scristianizzazione. Liberatesi dal Creatore, queste sceglieranno a destra il liberal-militarismo, e a sinistra l’anarcosocialismo.
Nella sua versione francese, il liberal-militarismo diede nascita al bonapartismo e al boulangismo. Due movimenti autoritari che esaltavano la disciplina e la gerarchia, ma non riuscirono a liberarsi dall’individualismo egualitario. Glorificavano il suffragio universale e reclamavano la legittimazione del capo supremo. Questo movimento si trova all’origine di uno dei rari colpi di stato (Luigi Napoleone Bonaparte en dicembre 1851) che abbia conosciuto l’Europa (in Germania e in Russia sono tutti falliti), e questa forma si nazionalismo si è nutrita dell’anarchismo della società francese. Questa dialettica dell’ordine e del disordine, associata a un analfabetismo prolungato, ha anche dato nascita a un nazionalismo molto particolare: la Mafia siciliana, la Camorra napoletana, e la N’drangheta calabrese.
Da parte sua, l’anarcosocialismo, plasmato con gli ideali della Rivoluzione, ha conosciuto destini diversi. L’affermazione spagnola: né Dio né padrone, ha portato alla creazione del sindacalismo anarchico che durante molto tempo ha dominato il mondo dei lavoratori. In Francia, la sinistra antistatale, molto presente nella capitale e i suoi dintorni, influì sulla CGT dei primi del secolo. Ma negli anni 1920-1930 questa dovette arrivare a compromessi con le altre famiglie francesi. All’altro lato delle Alpi, i piemontesi e i lombardi celebravano l’autonomia operaia, l’azione spontanea delle masse... fino alla Prima Guerra Mondiale, quando furono rimessi in carreggiata dal socialismo autoritario dell’Italia centrale.
Dominata dalla Francia, questa Europa della libertà e dell’eguaglianza ha apportato ai suoi soci il controllo delle nascite (praticato in Francia dal 1750) e il suffragio universale. La costruzione della Comunità non la spaventa. Considera persino che la meta sia modesta, dato che si tratta di un frammento dell’uomo universale. In compenso, ha difficoltà per ammettere le differenze e si fa volentieri sgradevole davanti ai suoi soci a causa del suo universalismo aggressivo.
La famiglia nodale.
Il mondo germanico (Germania, Austria, la Svizzera tedesca) e i suoi satelliti (Alsazia, sudest dell’Olanda, sud della Danimarca), la maggior parte della Scandinavia del nord, un blocco celta (Galles, Cornovaglia, nordovest dell’Inghilterra, ovest della Scozia, l’Irlanda, la Bretagna di lingua bretone), l’Occitania e un arco nord iberico.
Raggiunta l’età adulta, solo un figlio (maggiore, minore o scelto dal padre) si sposa ed ha dei figli senza lasciare la casa paterna. Gli altri figli hanno la scelta di restare celibi nella casa familiare, oppure di partire per sposarsi, diventare sacerdoti o soldati. Questi vengono indennizzati con una somma in denaro. La coabitazione delle due generazioni adulte illustra l’autoritarismo del sistema. La trasmissione di una gran parte del patrimonio a un solo figlio, e il celibato, più o meno accettato, degli altri rendono evidente l’ineguaglianza del modello.
Autorità e ineguaglianza. Nessun frontespizio inalbera un epitaffio così. Però, la combinazione di questi due valori sarà all’origine del grande sconvolgimento del secolo XVI: la Riforma. La predestinazione protestante, l’idea di un Dio onnipotente, e di uomini disuguali rispetto alla salvezza, è stata accettata facilmente là dove preesisteva un’organizzazione familiare che comportava un padre autoritario e fratelli disuguali. Fuori dall’Occitania e dal nord della penisola iberica, tutte le regioni con famiglia nodale hanno adottato il protestantesimo.
Il continente si divide in due. Sotto il principio di «siamo tutti dei preti» (uno slogan d’altra parte molto egualitario!), Lutero accelera l’alfabetizzazione. Il Nord Europa decolla. Al contrario, il cattolicesimo, come reazione alla Riforma frena il progresso, a volte durante molto tempo. Senza la Germania e il suo protestantesimo, l’Europa continuerebbe ad essere un continente sottosviluppato.
I valori familiari e i valori religiosi del mondo germanico, convergenti, si combinano e danno nascita alla filosofia tedesca. L’individuo non è nulla, soltanto contano il sangue e la nazione. D’altra parte, a nulla serve credere nelle proprie forze, perché il padre e Dio scelgono gli eletti. Conclusione: il popolo tedesco, superiore agli altri, agisce come un essere vivo unico. Gli uomini non sono né liberi né uguali.
In combinazione con un’ideologia nazionalista e scristianizzata, questa etica produce quello che Todd chiama l’etnocentrismo (una difesa a volte aggressiva della etnia). In Germania questo si tradusse prima nel pangermanesimo e poi il nazismo. Nei paesi piccoli, come la Svezia e la Svizzera, prese la forma del neutralismo. Finalmente, nelle regioni intercluse o periferiche è all’origine dei movimenti regionalisti. Irlandesi, Gallesi, Scozzesi, Norvegesi dell’ovest, Fiamminghi, Valloni, Baschi, Catalani, Galiziani, Bretoni, Alverniati... ad eccezione della Corsica la lista dei diversi movimenti e fronti di «liberazione» coincide quasi punto per punto alla presenza periferica di famiglie nodali.
Nel ritirarsi, Dio ha anche ceduto il suo posto ad un’ideologia tipicamente tedesca: la socialdemocrazia. Sorta nel 1875, questa progredisce allo stesso ritmo che si ritira il protestantesimo. Nonostante le persecuzioni di Bismarck, nel 1912 il partito conta 1.700.000 aderenti, possiede un centinaio di giornali, si appoggia su dei sindacati poderosi e controlla numerose associazioni. La disciplina familiare si trasforma in disciplina di partito. L’amore del partito definisce meglio che qualunque elemento dottrinale la natura della socialdemocrazia tedesca e la contrappone punto per punto all’anarcosocialismo parigino o andaluso.
Questo modello socialdemocratico si propaga senza difficoltà nei paesi luterani e calvinisti. Si ritrova, quasi intatto, a Stoccolma, Vienna, Bruxelles e Berna. In compenso, nei paesi e regioni dove è in contatto con altre culture familiari, l’ordine di partito si mitiga. Nella zona della Svizzera romanda i militanti pagano le loro quote meno regolarmente e un certo rivoluzionarismo verbale mostra l’influenza dell’egualitarismo. In Francia il risultato è la SFIO, il socialismo del minestrone.
Finalmente, come reazione alle due ideologie laiche precedenti, le regioni dove la fede era rimasta intatta (il mondo cattolico in Germania) hanno prodotto la democrazia cristiana. Questo movimento rifiuta lo statismo radicale ma reclama l’intervento dello stato, esso stesso sotto controllo della Chiesa, per proteggere i diritti dei deboli.
Madre della previdenza sociale, la Germania ha sviluppato un modello capitalista originale, né selvaggio né individualista. Il suo dinamismo economico non è mai venuto meno, ma l’evoluzione della società, al contrario, è più lenta. Anche se unita, la Germania è sempre un paese invecchiato, calmo, lavoratore. Non si entusiasma, neanche per l’Europa. Soltanto le regioni intercluse del resto dell’Europa si rallegrano della costruzione comunitaria: potranno così sfuggire allo stato-nazione.
La famiglia comunitaria.
L’Italia centrale (Emilia Romagna, Umbria, Toscana), la Finlandia.
Tutti i figli possono sposarsi e portare le mogli alla casa familiare. Molto presto si crea una struttura ampia con la coresidenza verticale di tre generazioni, e orizzontale di due fratelli sposati, sotto l’autorità del patriarca. La ripartizione dei beni è egualitaria.
Harlingue-Viollet.
Questo tipo de famiglia, probabilmente il più diffuso sul pianeta, è raro nell’Europa occidentale. È prevalente in Russia, Serbia, Bulgaria, Ungheria, Albania, Mongolia, China, Vietnam, il nord dell’India, ma influisce soltanto su alcune regioni della Comunità. È permeabile a tutte le religioni – cattolica al sud, protestante al nord, e ortodossa all’est – e questo modello familiare si distingue per le due ideologie che ha prodotto dopo la scomparsa della metafisica religiosa: il comunismo e il fascismo. Le città ideali, siano socialiste o nazionaliste, a immagine della famiglia sono autoritarie ed egualitarie.
La socialdemocrazia si accontenta con un’eterogeneità sociale (ineguaglianza fra i fratelli) sempre che sia controllata da uno stato potente. Il comunismo, al contrario, cerca l’omogeneizzazione e tenta di abolire le distinzioni di classe. All’altro estremo della scacchiera, il fascismo si distingue pure dal nazismo. Entrambi sono molto autoritari, ma il primo è roso dall’egualitarismo, mentre il secondo cerca di sottomettere degli uomini disuguali. Il nazionalismo di Mussolini non afferma l’inferiorità degli altri popoli e soltanto sul tardi applicò delle misure antisemite.
L’Italia centrale ha prodotto allo stesso tempo il fascismo e il comunismo. Il primo è scomparso, ma il secondo rimane vivo: i toscani continuano a votare comunista. Il caso finlandese è meno chiaro. Un partito fascista ebbe le sue ore di gloria, arrivando a proibire il partito comunista nel 1930. Ma l’estrema destra è rimasta sempre minoritaria, mentre che la sinistra riusciva ad ottenere il 40% dei voti.
Idiotizzata durante secoli dalla Controriforma cattolica, l’Italia centrale è stata mantenuta in un sottosviluppo relativo. Oggigiorno alza il volo: la ricchezza creata per abitante è fra le più importanti di Europa e dovrebbe entrare senza difficoltà nello stampo regionalista.
La famiglia nucleare assoluta.
L’Olanda, la Danimarca, il sud e l’est della Gran Bretagna, il sudest della Norvegia, il nord della Danimarca, Le Maine e l’Angiò, la Bretagna.
Il giovane adulto deve molto presto sottrarsi all’autorità paterna. Ma, a differenza della famiglia nucleare egualitaria, il padre è libero di spartire come vuole i suoi beni tra i suoi figli per mezzo del testamento. Si tratta di un modello individualista, indifferente alle nozioni di uguaglianza e disuguaglianza, e poco portato alla solidarietà familiare.
Kevstone.
Ad eccezione della Bretagna (mantenuta dentro il cattolicesimo manu militari), tutte le regioni dove dominano le famiglie nucleari assolute, si convertono al protestantesimo. Ma sotto l’influenza di due teologi, l’olandese Arminius e il danese Grundtvig, respingono il prete, rimettono in questione il dogma della predestinazione e reintroducono l’ideale del libero arbitrio, la salvezza attraverso le opere.
È qui che nasce il liberalismo. Spinoza e Descartes si rifugiano in Olanda per poter scrivere, mentre che Voltaire si estasia davanti alla prima monarchia parlamentare. Sebbene poco alfabetizzata, l’Inghilterra lancia la rivoluzione industriale. Il Mayflower esporta tutto quanto agli Stati Uniti.
Il riflusso religioso è più tardo (fine del XIX) che nel bacino parigino. È però più importante e lascia luogo a due ideologie tipicamente british: il laburismo e il liberalisolazionismo.
Il socialismo britannico è strano. Non propone alcuna riforma globale della società, accetta le distinzioni di classe, diffida dello stato, e, quando arriva al potere, da l’impressione di non aver voglia di esercirlo (Todd parla di zero-socialismo). Il laburismo sembra soprattutto che cerchi di preservare la libertà di azione del sindacato.
Da parte sua il nazionalismo è debolmente aggressivo. Il popolo inglese non si considera né esponente di un aggruppamento di popoli equivalenti (modello francese), né il vertice di una gerarchia mondiale (modello tedesco), si ripiega su se stesso. Paradossalmente, questo isolamento non impedisce né la costituzione di un immenso impero coloniale, né la colonizzazione degli Stati Uniti.
Il Regno Unito, i Paesi Bassi e la Danimarca a volte danno l’impressione di disinteressarsi degli affari del continente. La loro attitudine è in realtà ambivalente. L’ostilità verso la costruzione comunitaria si combina con un sovradattamento all’Europa. Essi percepiscono tutti i popoli come diversi e lo trovano bene. Hanno una grande attitudine ad accettare il pianeta nella sua totalità. Inoltre possiedono una grande plasticità sociale. Reagiscono molto velocemente.
Le famiglie atipiche.
La famiglia nodale incompleta. Né comunitaria, né una vera famiglia nodale. Si trova nelle zone di contatto del mondo latino e del mondo germanico, e pure tra la Francia d’oc e la Francia d’oil. Disgraziatamente queste regioni non rappresentano una sintesi audace. L’unica sorpresa è che lì troviamo le tre sedi delle istituzioni europee.
La famiglia matriarcale. L’autorità viene esercita dalla madre. È presente nel sudovest iberico ed è apparentemente all’origine di un voto atipico: oltre il 40% dei voti va al partito comunista.
La famiglia patrilineare con residuo endogamico. È un’espressione barbara per dire che la famiglia corsa è molto vicina al modello arabo, escludendo il matrimonio fra cugini. La famiglia è tutto, lo Stato non è nulla. I clan invadono lo stato per impedirgli di svilupparsi. La Corsica è stato l’unico fallimento dello stato giacobino. Si è messa in evidenza nel 1975 facendo fallire il censimento.
I matrimoni.
La religione è morta, il proletariato è in decadenza, le ideologie si scompongono e la famiglia stessa non è proprio in buona forma. I valori di autorità o di libertà che guidano la modernità postindustriale, verosimilmente non dipendono più esclusivamente dai sistemi familiari. Ma la scuola, il vicinato, l’azienda servono anche come sostegno. Si può sollecitare una diffusione dei valori tradizionali nell’insieme del corpo sociale.
Osserviamo: la cultura delle quattro famiglie europee continua ad impregnare il continente. Un tratto autoritario, capace di frenare la contrazione industriale, di stabilizzare il sistema dei partiti e l’amore per lo stato, continua ad essere una caratteristica della Germania, l’Austria, la Svizzera, e, ma solo nel terreno politico, l’Italia e la Svezia. In Gran Bretagna, in Francia, in Danimarca, in Spagna, nei Paesi Bassi, si mantiene attiva una caratteristica liberale, catalizzatrice di evoluzioni socio-professionali o sociopolitiche specialmente rapide. Domanda: possiamo seriamente considerare un’unione durevole di questo bazar etnico?
L’attitudine verso gli immigrati è un esempio della difficoltà di costruire l’Europa dei cittadini. In nome della libertà e dell’eguaglianza, la Francia mantiene il dogma di un’assimilazione necessaria. Il jus soli e il jus sanguinis sono mescolati. Un codice della nazionalità generoso rende francesi il 95% dei bambini nati in Francia da genitori stranieri. Nel paese dell’ordine e della gerarchia, soltanto il sangue è la fonte del diritto. Il codice tedesco garantisce che il 95% dei bambini stranieri continueranno ad essere stranieri. Finalmente, il liberalismo inglese naviga a vista, guidato da concezioni intermedie. Il rispetto della differenza conduce a creare dei ghetti, l’individualismo autorizza degli arrangiamenti, dei matrimoni misti, fonti inconfutabili di riuscite individuali.
L’Europa sarà universalista? Rispettosa della differenza? Etnocentrica? Gli europei non potranno definirsi senza mettersi d’accordo sulla definizione dell’Altro. Nel piano politico, il problema è simile. La crisi ideologica contribuisce a fare riemergere i temperamenti fondamentali. Mi piacerebbe molto che l’Europa politica si faccia su delle basi chiare di riconoscimento delle differenze, ma, in fondo al mio cuore non credo che questo avvenga.
Naturalmente, tutto ciò non è serio. Non c’è ragione per credere a quest’uomo di trentanove anni, dal viso giovanile, che nelle prossime settimane sarà circondato da gruppi di antropologi, geografi e storiografi. Nessuna, al di fuori di questa: Emmanuel Todd ha scritto La Chute finale, un’opera che annunciava la decomposizione del sistema sovietico. Questo libro è stato pubblicato nel... 1976.
François Feron.
Correzione dell'originale in francese: Loto Perrella.
© Libération. Accesso all'articolo originale in lingua francese.
La mappa della struttura familiare in Europa. Immagine: Francina Cortés. Dalla versione di El Periódico de Catalunya. Lunedì 7 maggio 1990. Pagina 26.
Famiglie in Europa. |
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Famiglia nucleare egualitaria.
Tradizione di queste regioni (1500-1900): diventati adulti i figli lasciano la casa dei genitori. Alla morte di questi il patrimonio viene ripartito equamente. Valori: libertà e uguaglianza. Ideologie: a sinistra: anarcosocialismo. A destra: liberalmilitarismo. |
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Famiglia nodale.
Tradizione di queste regioni (1500-1900): uno dei figli resta con il padre e fa prosperare il patrimonio. Gli altri possono scegliere fra restare celibi nella casa familiare o sposarsi fuori di questa. Valori: autorità e ineguaglianza. Ideologie: a sinistra: socialdemocrazia. A destra: pangermanesimo, nazismo, neutralismo. |
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Famiglia comunitaria.
Tradizione di queste regioni (1500-1900): i figli si sposano e restano nella casa familiare. Un patriarca governa su tre generazioni che lavorano assieme, e in caso di spartizione, vince l’equità. Valori: autorità e uguaglianza. Ideologie: a sinistra: comunismo. A destra: fascismo. |
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Famiglia nucleare assoluta.
Tradizione di queste regioni (1500-1900): diventati adulti i figli abbandonano la casa familiare. La spartizione dei beni non è equa. Valori: libertà e individualismo. Ideologie: a sinistra: laburismo. A destra: liberal-isolazionismo. |
Disegni degli schemi familiari: Francina Cortés. Dalla versione di El Periódico de Catalunya. |
Il Portogallo attuale apparentemente non ha ancora superato il livello di alfabetizzazione della Svezia del secolo XVIII.
La struttura familiare determina le differenze strutturali europee, scondo Todd. Immaginee del file della versione di El Periódico de Catalunya.
Nota:
1L’Invention de l’Europe (L'invenzione dell'Europa). Ed. Seuil. 540 pàg. 195 F.