Egregio Signor Presidente Barack Obama:
Alcune settimane fa le ho spedito una lettera redatta
in spagnolo. Adesso, le mando questa nota in italiano, che contiene
concetti molto simili a quelli esposti nella mia precedente missiva.
In questo modo, spero che lei mi comprenda meglio. In questo modo,
spero che le persone che parlano italiano comprendano meglio le
mie argomentazioni, i miei pensieri e suggerimenti.
Nella lettera precedente inziavo facendole i complimenti
per il successo della sua campagna elettorale e per la sua nomina.
Di seguito, dicevo grosso modo questo:
Lei, signor Barack Obama, sarà il nuovo presidente democratico
in questo grande paese del nord del continente americano, e inoltre
sarà il primo presidente di origine afro-americana del suo
paese. Ciò comporterà, probabilmente, ulteriori difficoltà
e allo stesso tempo le permetterà portare avanti orientazioni
e posizioni nuove, originali, interessanti, speciali e diverse rispetto
a quelle concepite e promosse dai sui predecessori.
Buona fortuna, Signor Presidente, per la sua futura
gestione.
A livello personale spero che il suo mandato sia
contrassegnato dalla sagacità e dall'intelligenza, e le auguro
con tutto il cuore di capire che le questioni monetarie sono alla
base delle grandi riforme strutturali e sociali che devono assolutamente
essere portate avanti negli Stati Uniti e nel mondo intero.
Nel mio intimo spero che lei chieda ai suoi consiglieri
che studino dettagliatamente le possibilità reali di portare
avanti alcune delle idee promulgate in Spagna dal Centro Bardina,
in relazione a quello che la letteratura anglosassone in materia
chiama "book-money", "telematic money", "telematic
currency". I suoi assessori e consiglieri potranno trovare
senza difficoltà informazioni molto interessanti nel sito
ufficiale della suddetta istituzione spagnola; questa documentazione
si trova in inglese e spagnolo, così come in altre lingue.
Consultare: http://www.bardina.org
Dal mio punto di vista, la moneta telematica è
destinata a compiere un ruolo centrale e significativo nella nostra
struttura organizzativa sociale, perciò è auspicabile
che suddetta questione sia messa con urgenza ai primi posti dell'agenda
mediatica e politica.
Ovviamente il mio suggerimento non prevede che
venga adottata ad occhi chiusi la proposta originale di Agustí
Chalaux. Il progetto originale di questo ricercatore sociale catalano
potrebbe essere il punto di partenza, giacché sicuramente
ci saranno dettagli da cambiare, o punti da modificare a seconda
delle circostanze locali del paese in cui si applichi.
Ah! Signor Presidente, quasi dimenticavo, poiché
c'è un altro argomento importante ed inquietante, ovvero
l'uso del dollaro nell'economia mondiale. Questa non è una
cosa logica e coerente, giacché nello schema attuale ci sono
asimmetrie evidenti ed irritanti.
Faccia sì che i suoi assessori si occupino
del tema, per il bene dell'umanità e per quello del suo paese.
La soluzione potrebbe essere la creazione di una
vera moneta internazionale, per esempio simile, o uguale, a quella
del Progetto Bancor, proposto dall'economista John Maynard Keynes.
Ci pensi, signor Presidente. Se sarà lei
che intraprenderà una simile iniziativa, potrà controllare
la definizione di importanti dettagli soprattutto riguardo al periodo
di transizione e alla soluzione finale.
Quindi, se lei comincia questo cambio strutturale,
si troverà in una situazione privilegiata per far sì
che la transizione sia meno traumatica per tutti. In questo modo,
potrà far sì che il suo paese si trovi preparato di
fronte alla transizione.
Ci pensi, Signor Presidente. Ad ogni buon conto,
la moneta internazionale, svincolata da una divisa nazionale o da
un gruppo di divise, prima o poi, è un qualcosa che si imporrà,
quindi sarebbe meglio che fosse lei a prendere l'iniziativa.
Ancora una volta, le auguro buona fortuna con la
gestione quadriennale come Presidente degli Stati Uniti. È
il mio più sincero desiderio.
E volgendo al termine della lettera, la prego di
ricevere, Signor Presidente, i miei più sinceri e cordiali
saluti.
Juan Carlos Anselmi Elissalde.